Pane che sanguina: miracolo? No, Serratia marcescens

Generalità

È l’estate del 1263 e il Sacerdote boemo Pietro da Praga sta viaggiando sulla via di Roma, al fine di pregare sulla tomba di San Pietro e fugare ogni suo dubbio rigurado l’effettiva presenza di Gesù Cristo nell’ostia, in quanto rappresentazione nell’Eucarestia del corpo di Cristo. Arriva a Viterbo, più precisamente a Bolsena, dove tiene una messa durante cui si trova tra le mani un’ostia insanguinata: inequivocabile, a suo avviso, dimostrazione che Gesù vive davvero nell’ostia. Il “sangue”, in realtà prodigiosina, pigmento prodotto dal batterio S. marcescens, macchiò la tunica del sacerdote e il pavimento ai suoi piedi, oggi reliquie che testimoniano la veridicità, secondo la chiesa cristiana, del miracolo dichiarato successivamente da Papa urbano IV.

Lastra macchiata di "sangue" che testimonia il Miracolo di Bolsena
Figura 1 – Lastra macchiata di “sangue” che testimonia il Miracolo di Bolsena [wikipedia.org]

Miracolo? No, Serratia marcescens

Con il passare dei secoli, nessuno ha mai avuto il coraggio di mettere in dubbio un miracolo dalle spiegazioni, apparentemente, solo sovrannaturali. Precisamente, fino al 1994, anno in cui la microbiologa statunitense Johanna C. Cullen indicò il batterio Serratia marcescens come possibile vero responsabile del vigoroso sanguinamento di quell’ostia.

Serratia marcescens, infatti, è un batterio Gram negativo, appartenente alla famiglia degli enterobatteri, capace di produrre un pigmento rosso, detto Prodigiosina; Cullen non esitò a riprodurre il miracolo nel suo laboratorio e i risultati le diedero ragione: riuscì, infatti, a far sviluppare con grande facilità questo batterio su delle ostie, fino alla produzione del suo tipico pigmento rosso, molto simile al sangue. Nonostante ciò, la Chiesa nega che possa trattarsi di una semplice contaminazione batterica, probabilmente causata da una scarsa igiene, e, forte della propria Fede, non permette che vengano svolte analisi sulle reliquie, al fine di certificare scientificamente la natura di quel “sangue”.

Ostia contaminata in laboratorio da Serratia marcescens e insanguinata dal tipico pigmento rosso Prodigiosina
Figura 2 – Ostia contaminata in laboratorio da Serratia marcescens e insanguinata dal tipico pigmento rosso Prodigiosina [exploringtheinvisible.com]

Tassonomia

DominioProkaryota
RegnoBacteria
PhylumProteobacteria
ClasseGammaproteobacteria
OrdineEnterobacteriales
FamigliaYersiniaceae
GenereSerratia
SpecieSerratia marcescens
Tabella 1 – Tassonomia di S. marcescens

Morfologia delle colonie di S. marcescens

Colonia di S. marcescens
Figura 3 – Colonia di S. marcescens [blog.microbiologics.com]

Patogenesi e terapia

S. marcescens non solo non è responsabile di alcun evento miracoloso ma è anche un patogeno causa di numerosissime infezioni, di cui molte di natura ospedaliera. Questo, infatti, può causare infiammazioni a cornea e occhio, attaccare l’apparato urinario e respiratorio negli adulti ed anche quello gastrointestinale nei bambini. Generalmente, queste infezioni si presentano attraverso febbre, insufficienza respiratoria, tachicardia e shock settico, causando prognosi piuttosto gravi in pazienti fragili.

La diagnosi non può essere certa solo per mezzo dei sintomi ed è obbligatorio accertarla con una coltura su un campione clinico in laboratorio.

Le uniche cure prevedono una terapia antibiotica, che varia in base al sito di infezione e alla gravità di quest’ultima. È bene, inoltre, selezionare adeguatamente il farmaco da somministrare, a causa della antibiotico-resistenza che caratterizza S. marcescens.

Fonti

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Davide Puntorieri

Dottore in Scienze gastronomiche e oggi studente di scienze e tecnologie alimentari (LM-70) presso l'Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria.