La contaminazione crociata tra soldi ed alimenti

I soldi contaminano gli alimenti

La gestione contestuale da parte della stessa persona di alimenti e soldi è tipica di alcuni esercizi di vendita al dettaglio/ristorazione, a causa delle loro ridotte dimensioni.
In altre realtà produttive, come fast food, esercizi della grande distribuzione organizzata (GDO), queste operazioni sono generalmente condotte da apposite figure, diminuendo di fatto il rischio di contaminazione crociata tra soldi e prodotti alimentari.

Perché, come anche ribadito dalla Dott.ssa Grazia Astaceppa, il denaro può effettivamente contribuire alla contaminazione degli alimenti.

La problematica del denaro come veicolo per la trasmissione di malattie enteriche è stata sollevata per la prima volta negli anni ’70 da Abrams e Waterman, che hanno scoperto che il 13% delle monete e il 42% delle banconote erano contaminati da batteri fecali e potenziali* patogeni (es. Escherichia coli, batteri appartenenti ai generi Pseudomonas e Staphylococcus).

*Potenziali: l’appartenenza di un microrganismo ad un dato genere che consta di specie patogene non implica tout court la sua patogenicità, però siamo negli anni ’70 e la valutazione del rischio microbiologico poggiava su elementi diversi rispetto a quanto accade attualmente.

Gli studi di Michaels, Jiang e Doyle

Michaels ha condotto una review sulla contaminazione delle monete e delle banconote sia negli Stati Uniti che in altri paesi e ha scoperto che la manipolazione contestuale di denaro e alimenti pronti al consumo (RTE), in assenza di un passaggio come cambio guanti o lavaggio delle mani, potrebbe comportare la trasmissione di microrganismi patogeni dal denaro al cibo.

Jiang e Doyle hanno dimostrato sperimentalmente che gli agenti patogeni potrebbero sopravvivere sulle monete per molti giorni. A temperatura ambiente il batterio E. coli O157:H7 è sopravvissuto dai 7 fino agli 11 giorni sulla superficie di diverse monete, mentre la sopravvivenza di Salmonella enteritidis è stata stimata tra 4 e 9 giorni.
I differenti tempi di sopravvivenza rilevati sulle diverse monete, ad esempio centesimi contro quarti, potrebbero essere imputabili alle diverse proprietà dei materiali, tra cui quelle del rame.

Tuttavia, poiché la dose infettante di E. coli O157:H7 è molto bassa, Jiang e Doyle hanno ovviamente concluso che sarebbe necessario lavarsi le mani dopo aver maneggiato le monete e prima di maneggiare il cibo, così da ridurre il rischio microbiologico.

Lo studio nigeriano

In uno studio più recente condotto in Nigeria, è stata trovata una forte contaminazione delle banconote da parte di svariati batteri e (strano a dirsi) parassiti.
Delle 250 banconote esaminate, il 53,2% era contaminato da batteri appartenenti ai generi Streptococcus, Staphylococcus, Bacillus e alla specie E. coli, mentre il 21,6% era contaminato da parassiti come Ascaris, Enterobius, Taenia e Trichuris (tenere però a mente dove è stato condotto lo studio).
La frequenza di contaminazione era correlata alle condizioni fisiche delle banconote (es. la contaminazione da parassiti era prevalente tra banconote sporche, rotte o tagliate) e al luogo della transazione (es. la più alta contaminazione delle banconote era rilevata negli esercizi di macelleria, mentre la più bassa nelle filiali bancarie).

Pope et al. hanno confermato che le banconote di uso comune negli Stati Uniti possono essere altamente contaminate.
Per il 94% delle 68 banconote da 1 dollaro era rilevata la presenza di diversi batteri, tra cui Staphylococcus aureus.

Le misure di controllo

Indubbiamente uno dei pilastri è la formazione del personale alimentarista: Il personale dovrebbe infatti riconoscere che i soldi possono costituire un veicolo di contaminazione degli alimenti. Laddove possibile un lavoratore dovrebbe essere opportunamente incaricato di condurre tutte le transazioni economiche, quindi di maneggiare esclusivamente il denaro. Quando ciò non è possibile, si possono adottare altre strategie, consigliate sia dai tecnici che dall’encomiabile Dott.ssa Grazia Astaceppa, ovvero lavarsi le mani dopo aver maneggiato i soldi e prima di manipolare nuovamente i prodotti alimentari. Letteralmente qualcosa di impensabile!

Quando invece sono indossati i guanti, questi dovrebbero essere rimossi e le mani dovrebbero essere lavate dopo che il denaro è stato maneggiato e prima di indossare nuovamente i guanti.

Si ringrazia la pagina Sicurezza ed Igiene degli alimenti per l’articolo “La contaminazione crociata tra soldi ed alimenti”

Fonti:

  • Abrams, B. L., and N. G. Waterman. 1972. Dirty money. JAMA (J. Am. Med. Assoc.) 219:1202–1203.
  • Michaels, B. 2002. Handling money and serving ready-to-eat food. Food Serv. Technol. 2:1–3.
  • Jiang, X., and M. P. Doyle. 1999. Fate of Escherichia coli O157:H7 and Salmonella Enteritidis on currency. J. Food Prot. 62:805–807.
  • Uneke, C. J., and O. Ogbu. 2007. Potential for parasite and bacteria transmission by paper currency in Nigeria. J. Environ. Health 69: 54–60.
  • Pope, T. M., P. T. Ender, W. K. Woelk, M. A. Koroscil, and T. M. Koroscil. 2002. Bacterial contamination of paper currency. South. Med. J. 95:1408–1410.
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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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