Gli oppioidi sono sostanze stupefacenti, in grado di alterare l’attività del sistema nervoso centrale in misura differente a seconda del tipo di molecola. L’utilizzo senza supervisione medica, l’uso prolungato e l’abuso possono portare ad intossicazione, con gravi conseguenze sociali e sanitarie. Dopo la pandemia da covid-19, si è notato un aumento dei casi di intossicazione da oppioidi. Vediamo nel dettaglio cosa sono gli oppioidi, in cosa consiste l’intossicazione e quali sono i trattamenti per contrastarla.

1. Intossicazione da oppioidi: che cos’è?
Cosa sono gli oppioidi?
Gli oppioidi sono sostanze derivate dal papavero da oppio (Papaver somniferum L.) e comprendono:
- derivati naturali: ovvero gli oppiacei, come la morfina, la codeina e la tebaina.
- derivati sintetici e semisintetici: sono numerosi e includono eroina, metadone, ossicodone, fentanyl, tramadolo ecc.
Gli oppioidi sono farmaci molto forti usati per il dolore da moderato a grave, e si possono avere solo con la ricetta del medico. Prendere questi farmaci senza il controllo di un medico è molto pericoloso. Capita spesso che le persone lo facciano, ma questo può portare a diventarne dipendenti e causare gravi problemi di salute.
Intossicazione da oppioidi
Quando una persona assume una quantità eccessiva di oppioidi, il corpo non riesce a gestirla. Questo rallenta le funzioni normali del corpo e della mente perché gli oppioidi deprimono il sistema nervoso centrale.
La differenza tra intossicazione acuta e cronica da oppioidi dipende da quanto tempo e come una persona li ha presi.
Intossicazione acuta
Un’overdose da oppioidi avviene quando si prendono troppi oppioidi tutti in una volta o in un periodo di tempo molto breve. Può essere letale. I sintomi principali sono:
- confusione mentale (fino al coma)
- diminuzione della frequenza del respiro
- pupille a punta di spillo (miosi)
Intossicazione cronica
La dipendenza si sviluppa quando si usano oppioidi per molto tempo e in modo ripetuto, spesso prendendone più del necessario. I sintomi principali sono:
- stitichezza persistente
- sonnolenza e indifferenza
- dimagrimento
- alterazioni ormonali: come la riduzione del desiderio sessuale.
- danni a organi: in casi gravi si hanno effetti sul sistema cardiovascolare, fegato, polmoni e sistema immunitario.
- tolleranza e dipendenza: il corpo si abitua, richiedendo dosi sempre più alte per sentire gli stessi effetti (tolleranza). Il corpo e la mente si abituano così tanto agli oppioidi che ne hanno bisogno per funzionare (dipendenza). Se si smette di usarli, compaiono sintomi spiacevoli, chiamati sintomi da astinenza.
2. Intossicazione da oppioidi: quali sono le sostanze più usate?
Nel 2022, circa 60 milioni di persone in tutto il mondo hanno usato oppioidi senza motivo medico. A livello mondiale, si stima che circa 69.000 persone muoiono ogni anno per overdose da oppioidi. Tra le sostanze più usate ci sono:
- Fentanyl: è un potente oppioide sintetico, 50-100 volte più della morfina. È usato per il dolore molto intenso (ad esempio, in oncologia o in anestesia) e purtroppo è anche responsabile di un numero elevato di overdosi per uso illecito.
- Eroina: è un derivato semisintetico della morfina, ma molto più potente e con un’azione più rapida. L’abuso provoca dipendenza e tolleranza gravi.
- Ossicodone: è un oppioide di semisintesi molto forte, usato per il dolore medio-grave. Spesso si trova in formulazioni a rilascio controllato (come OxyContin) o insieme ad altri antidolorifici.
- Tramadolo: essendo un oppioide sintetico “debole”, risulta tra i farmaci più prescritti, e perciò spesso abusato.
- Morfina e altri oppioidi da prescrizione: anche se sono farmaci essenziali per il dolore, possono essere oggetto di abuso se non utilizzati sotto stretto controllo medico.
3. Intossicazione da oppioidi: chi è più a rischio?
L’uso illecito di queste sostanze è abbastanza comune, sia per la loro disponibilità che per la sensazione di benessere che provocano. I soggetti più a rischio di intossicazione da oppioidi sono:
- persone con dipendenza da oppioidi: sono quelle più a rischio di overdose.
- persone che fanno anche uso di alcol o sedativi: aumenta il rischio di overdose.
- persone con gravi problemi di salute: i pazienti con HIV, malattie epatiche o polmonari, o depressione, che utilizzano oppioidi sono più a rischio.
- persone che assumono oppioidi sotto controllo medico: sebbene il rischio sia inferiore, ci sono molti decessi per overdose anche in questi pazienti. Ad esempio, nel 2010, circa 16.600 persone sono morte per overdose di oppioidi su prescrizione solo negli USA.
4. Intossicazione da oppioidi: come si riconosce e perché è pericolosa?

Come riconoscere un’overdose
- Le pupille diventano piccolissime, come la punta di uno spillo.
- La respirazione è debole e affannosa, o la persona smette proprio di respirare.
- Labbra e pelle possono diventare bluastre o violacee (cianosi), per mancanza di ossigeno.
- La persona è molto confusa, non risponde, o è completamente incosciente.
Rischi e conseguenze
- Effetti immediati: il rischio maggiore è che la respirazione si fermi del tutto. La persona può perdere conoscenza e, nei casi più gravi, avere un arresto cardiaco.
- Conseguenze a lungo termine: se sopravvive all’overdose ma il cervello è rimasto a lungo senza ossigeno, ci possono essere danni neurologici.
5. Cosa fare in caso di intossicazione da oppioidi
L’intossicazione da oppioidi è una condizione grave, ma trattabile. Le persone a rischio sono solitamente assistite da professionisti sanitari, ma anche da amici e familiari.
Intossicazione acuta da oppiodi
Le seguenti linee guida dell’OMS, permettono anche ai primi soccorritori non esperti di trattare l’overdose in situazioni di emergenza:
1. Chiamare immediatamente i soccorsi
È fondamentale farlo il prima possibile (numeri d’emergenza 112/118).
2. Somministrare naloxone
Il naloxone è un antidoto agli oppioidi che, se somministrato in tempo, contrasta gli effetti dell’overdose. L’accesso a questo farmaco è generalmente limitato agli operatori sanitari. Tuttavia, alcuni paesi hanno reso il naloxone (Narcan) disponibile in farmacia senza prescrizione medica, con lo scopo di contrastare e ridurre i decessi.
3. Rianimazione di base
Bisogna intervenire sulle vie respiratorie per evitare la mancanza di ossigeno al cervello e il decesso. Occorre quindi verificare la respirazione (sollevamento e abbassamento del torace) e controllare se le vie aeree sono libere.
4. Mettere la persona su un fianco
La persona deve essere girata su un fianco (posizione di sicurezza), soprattutto in caso di vomito.
Intossicazione cronica da oppioidi
Per contrastare una dipendenza da oppioidi, si usa spesso un approccio combinato. L’obiettivo è gestire sia la fortissima voglia di droga (il “craving”) sia i brutti sintomi che si presentano quando si cerca di smettere (la sindrome d’astinenza). Ecco le principali strategie:
1. Terapia con farmaci “sostitutivi”
Si usano farmaci oppioidi che hanno un’azione più lunga e non danno l’effetto di benessere che si cerca con le droghe d’abuso. I più usati sono il metadone e la buprenorfina. Si inizia con una dose più alta che calma i sintomi e il “craving”, per poi diminuirla nel tempo.
2. Terapie psicosociali:
Servono per affrontare i motivi personali della dipendenza. Si tratta di percorsi di supporto psicologico, terapie di gruppo e aiuti per reinserirsi nella società.
Fonti:
- EUDA- “Opioid agonist treatment (European Drug Report 2025)”. https://www.euda.europa.eu/publications/european-drug-report/2025/opioid-agonist-treatment_en
- WHO- “Guidelines for the psychosocially assisted pharmacological treatment of the opioid dependence”. 2009 https://www.who.int/publications/i/item/9789241547543
- Balduini W.; Costa L. G. 2015. Tossicologia generale e applicata ai farmaci. Edra. ISBN 978-88-214-3801-1