Cancro colorato del platano

Cancro colorato del platano: di cosa si tratta?

Il cancro colorato del platano costituisce una delle fitopatologie fungine più temibile per le piante di platano (Platanus sp.), unica pianta soggetta. La pericolosità e diffusione del suo agente eziologico, Ceratocystis fimbriata, è tale da far rientrare questo fungo nella lista A2 di EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization). Si pensa che C. fimbriata var. Platanus potrebbe essere stato introdotto in Europa dal Nord America durante la Seconda guerra mondiale, attraverso materiale da imballaggio. Il suo ingresso in Europa ha causato gravi danni, e può sopravvivere nel legno dei platani malati fino a 5 anni.

Cenni storici

La prima segnalazione del ritrovamento del cancro colorato del platano risale al 1926 nel New Jersey. Da questa zona, la fitopatologia si diffuse nelle zone orientali degli Stati Uniti d’America, per poi arrivare in Europa dopo la Seconda guerra mondiale. In Italia venne ritrovato per la prima volta a Caserta nel 1954, dove i platani secolari che costituivano il viale di accesso alla Reggia vennero distrutti. Negli anni ’70, l’areale di diffusione del cancro colorato in Italia comprendeva anche la Toscana, il Veneto e la Liguria. Attualmente, la malattia è diffusa in tutto il territorio italiano.

Agente patogeno: Ceratocystis fimbriata

Ceratocystis fimbriata è un fitopatogeno fungino dei tessuti vascolari, in particolare dello xilema. La sua diffusione ha portato i ricercatori di EPPO a iscriverlo come patogeno nocivo da quarantena, appartenente alla lista A2. Ceratocystis sp. cresce ad una velocità di 50-100 cm all’anno nella corteccia interna, provocando la formazione di una colorazione scura dei tessuti legnosi.

Condizioni ambientali

Il microorganismo cresce generalmente a temperature comprese tra 18 e 28°C, raggiungendo un optimum a 25°C, comportando l’insorgere della malattia. A queste temperature, la produzione di ascospore avviene nel giro di una settimana. Il fungo riesce a sopravvivere a temperature più rigide fino a -17°C, con limiti di crescita man mano che ci si avvicina a 45°C.

Sviluppo della fitopatia

Le vie di ingresso nei tessuti della pianta più comuni per Ceratocystis fimbriata sono le ferite che possono essere presenti all’apparato radicale e al fusto. Un altro mezzo è rappresentato dall’acqua o dal vento, i residui vegetali derivanti dalla potatura o abbattimento di alberi infetti, e gli insetti. Molte specie di Ceratocystis sp. producono corpi fruttiferi e aromi fruttati in grado di attrarre insetti come coleotteri, che visitano le ferite degli alberi trasportando le spore. Il fungo si diffonde facilmente tra alberi di Platanus sp. adiacenti tra loro anche attraverso ferite alle radici o fenomeni di anastomosi radicale.

Il fungo si diffonde rapidamente attraverso i vasi conduttori dell’albero, colonizzando rapidamente la corteccia interna, il cambio vascolare e l’alburno. In particolare, il fungo provoca la formazione di tille che occludono i vasi legnosi. In corrispondenza delle ferite che si trovano vicino al legno infetto, il fungo germina producendo conidi, che diffondono le spore. Nell’alburno, la diffusione longitudinale avviene fino a 2-2,5 m all’anno. Il fungo continua a crescere ad una velocità di 50-100 cm all’anno nella corteccia interna, provocando la variazione della colorazione ad una tonalità più scura. Inoltre, il patogeno cresce attraverso i raggi midollari e può raggiungere il durame.

Danni sul platano

Il cancro colorato è un’infezione sempre letale, per cui i platani colpiti periscono in un periodo di tempo variabile in base alle dimensioni dell’albero, da pochi mesi a 2,5 – 3 anni. I sintomi maggiormente visibili, che possono accendere in noi un “campanello d’allarme”, riguardano la corteccia e la chioma.

Danni da cancro colorato del platano: il fusto

All’inizio dell’infezione possono presentarsi piccoli cancri simili a macchie scure sotto le crepe nella superficie della corteccia. Dalle fessure trasuda linfa, diventando color marrone scuro in seguito ad ossidazione.

Quando lo sviluppo è più avanzato, la corteccia va incontro a necrosi dei tessuti, si rigonfia e si screpola longitudinalmente e il legno sottostante imbrunisce. In particolare, la corteccia assume una colorazione variabile da bruno rossastro a violaceo, nettamente in contrasto con le sfumature più chiare della corteccia sana. In corrispondenza di cancri più estesi è possibile notare, nella maggior parte dei casi, depressioni e fessurazioni. Ai margini delle ferite non si ha la formazione di callo per rimarginarle.

In corrispondenza delle necrosi, sollevando e asportando la corteccia potremo notare alterazioni cromatiche del legno, denominate “a macchia di leopardo”, riconducibili a una variazione del colore dei tessuti conduttori xilematici a bruno rossastro, viola, bruno scuro fino a nero. Questa colorazione può estendersi alle radici, fusto e rami. I rami colpiti mostrano macchie nero- bluastre che virano al bruno, che si estendono in senso radiale. Sezionando il fusto, quello che sarà possibile osservare è una colorazione bruna anomala che si estende lungo i raggi fino al midollo centrale.

Figura 1: Alterazioni cromatiche del legno in stadio avanzato causato da Ceratocystis fimbriata [Photo: Vanessa Vitali].
Figura 1: Alterazioni cromatiche del legno in stadio avanzato causato da Ceratocystis fimbriata [Photo: Vanessa Vitali].

Nella maggior parte dei casi, le piante colpite producono polloni basali e abbondanti riscoppi vegetativi sotto o lateralmente alle fessurazioni longitudinali che si formano nella corteccia.

Danni da cancro colorato del platano: la chioma

La sintomatologia della chioma può essere distinta in due tipologie: la forma acuta e quella cronica. La forma acuta si manifesta con improvvisi disseccamenti di alcune branche o dell’intera chioma nel periodo primaverile-estivo. Le foglie secche possono rimanere attaccate ai rami anche per lunghi periodi. Nella forma cronica, la pianta mostra segni di deperimento con piccole foglie clorotiche. Si verificano ritardi della ripresa vegetativa, e dopo 2- 3 anni la pianta entra in una fase di riposo vegetativo precoce, perdendo la capacità di germogliare. In generale, le foglie dei rami colpiti mostrano clorosi e necrosi interveinali.

Figura 2: Chioma di un platano infetto da cancro colorato del platano [Photo: Vanessa Vitali].
Figura 2: Chioma di un platano infetto da cancro colorato del platano [Photo: Vanessa Vitali].

La pianta ospite: il platano

Il platano (Platanus sp.) è un albero che viene spesso utilizzato in ambiente urbano a formare parchi o filari perché è in grado di resistere bene all’inquinamento. È in grado di raggiungere anche i 40 m di altezza e di vivere fino a 500 anni. La caratteristica che subito salta all’occhio e che ci permette di riconoscerlo immediatamente è la corteccia. Questa, infatti, è di colore verdastro nelle piante giovani e, nella fase adulta, si desquama in placche larghe e sottili di varie tonalità grigiastre a conferire un aspetto a mosaico tipico di questa specie.

Prevenzione, controllo e metodi di lotta del cancro colorato del platano

Non esistono attualmente prodotti antifungini efficaci in grado di contrastare il cancro colorato del platano, motivo per cui i principali mezzi di difesa rimangono la prevenzione e il controllo.

Ceratocystis sp. si trasmette facilmente per talea e altro materiale di propagazione, motivo per cui è importante limitarne gli spostamenti, che risulterebbero potenzialmente pericolosi. Le ferite, provocate da eventi naturali o interventi di potatura, possono essere potenziali vie d’ingresso per le spore. Per questo motivo si raccomanda di sterilizzare gli strumenti di potatura quando si passa da un albero a quello successivo, poiché potrebbero “trasportare” il fungo da una pianta infetta ad una sana.

Un altro importantissimo mezzo da adottare per la prevenzione è il rispetto delle norme tecniche adottate a livello europeo per contrastare la diffusione di Ceratocystis sp. Si fa riferimento alle norme di profilassi indicate nel D.M. 29 febbraio 2012 “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione del cancro colorato del platano causato da Ceratocystis fimbriata, ovvero un Decreto Ministeriale di lotta obbligatoria.

La pericolosità e diffusione del patogeno ha portato le istituzioni europee a suddividere il territorio in fasce al fine di limitare la diffusione della malattia. Si tratta delle zone indenni, zone di contenimento, zone focolaio. Nelle zone contenimento e focolaio è necessario adottare particolari accorgimenti, come:

  • abbattere le piante infette solo nei mesi più freddi dell’anno e in assenza di pioggia e vento;
  • ricoprire la zona interessata agli abbattimenti con teli plastici per raccogliere i residui vegetali derivanti dall’abbattimento e utilizzare, ove possibile, un aspiratore, etc.

I residui legnosi derivanti dall’abbattimento devono essere trasportati e smaltiti secondo quanto previsto dal regolamento, in massima sicurezza. Si pensi che le spore possono rimanere vitali nel legno per almeno 5 anni. Le potature non possono essere effettuate nelle aree in cui è presente la malattia se prima non si è provveduto ad eliminare il focolaio. Nelle zone esenti possono essere effettuate nei periodi più freddi, solo se si ritiene necessario e dopo aver redatto un atto fitoiatrico. In ogni caso, devono essere rispettate le accortezze previste dal regolamento.

Fonti

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