Emil Adolf von Behring

In questo articolo conosceremo più da vicino uno dei guru della microbiologia: Emil Adolf von Behring.

Medico e batteriologo tedesco egli è ricordato soprattutto per aver dimostrato, insieme ad altri colleghi, che attraverso il plasma sanguigno, o siero, gli anticorpi potevano essere trasferiti da una persona (o da un animale) immune a un’altra, che a sua volta diventava immune. Tale scoperta applicata alla prevenzione e alla cura della difterite gli valse il primo premio Nobel per la Medicina, assegnato nel 1901.

Biografia di Emil Adolf von Behring

Emil Adolf von Behring nacque a Hansdorff (attuale Lawice -Polonia), in Prussia occidentale, il 15 Marzo del 1854. In questa città avvenne la sua prima formazione. Poiché proveniente da una famiglia molto numerosa, dopo il diploma, per poter proseguire con gli studi universitari, si trasferì a Berlino per frequentare l’Accademia Medica Militare. Qui dovette adempire all’obbligo di lavorarvi per 8 anni per potersi permettere gli studi. Questo “patto” lo costrinse a sacrificare alcuni anni della sua vita a servizio del corpo militare, anche dopo la sua Laurea in Medicina avvenuta nel 1878.

La lotta alla difterite

Negli anni Behring sviluppò la sua carriera militare oltre che medica, diventando infine Capitano Medico. Tale carica lo condusse a Bonn, in veste di chirurgo militare, instradando una sua collaborazione con l’Università di tale città. Qui, venne a conoscenza della scoperta del collega Emil Roux, che aveva identificato la tossina generante la difterite. Partendo dai risultati del collega, iniziò le sue ricerche per sconfiggere tale morbo.
Nel 1888 Behring si recò a Berlino e divenne assistente di Koch presso l’Istituto di Igiene. Durante la sua permanenza qui, nel 1890, pubblicò un articolo dal titolo “Il Meccanismo dell’Immunità alla Difterite ed il Tetano negli Animali” sulla rivista Deutsche Medizinische Wochenschrift insieme al collega Kitasato, dove annunciava di aver reso degli animali da laboratorio immuni sia al tetano che alla difterite mediante l’utilizzo di un siero.

Emil Adolf von Behring
Emil Adolf von Behring

Grazie all’utilizzo del suo siero, nel 1891 un bambino venne per la prima volta guarito dalla difterite. Il siero infatti forniva un’immunità passiva in quanto contenente anticorpi specifici che contrastano la tossina della difterite, presenti nel sangue di un animale precedentemente affetto dalla malattia.

I fondi per i suoi studi erano limitati, ma nel 1892 riuscì a firmare un contratto con i colorifici di Hochst che gli permise di superare la mancanza di fondi e sviluppare i suoi sieri.
Due anni più tardi, nel 1894, venne nominato professore straordinario alla facoltà di medicina di Halle-Wittenberg e sempre nello stesso anno durante una conferenza a Vienna, per la prima volta espose ai colleghi la sua scoperta, parlando di sieroterapia.
Nel 1898 divenne professore presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Marburgo, mantenendo la posizione fino ai suoi ultimi giorni. Qui fonderà l’azienda farmaceutica Behringwerke.

Il premio Nobel di Emil Adolf von Behring e la prosecuzione dei suoi studi

Nel 1901, anno dell’istituzione del prestigioso premio Nobel, Behring ricevette uno dei 4 premi previsti, per:

“il suo lavoro sulla sieroterapia, in particolare per la sua applicazione contro la difterite, con la quale ha aperto una nuova strada nel campo della scienza medica, mettendo così nelle mani del medico un’arma vincente contro le malattie e le morti”

Negli anni immediatamente successivi si dedicò maggiormente allo studio della tubercolosi. Per agevolare le sue ricerche, una ditta commerciale costruì per lui dei laboratori ben attrezzati a Marburgo e nel 1914 fondò lui stesso il “Behringwerke” dedicato alla produzione di sieri e vaccini e alla ricerca sperimentale. La produzione di sieri e vaccini portò prosperità economica e gli consentì di avere una vasta tenuta a Marburgo, dotata di bestiame utilizzato per scopi sperimentali.

Gli ultimi anni

Durante il periodo che va dal novembre 1907 all’estate del 1910, Emil von Behring, gravemente depresso a causa dello stress derivante dal lavoro estenuante, si sottopose a cure mediche da parte di Rudolf von Hößlin. Behring cercava sollievo dall’oppressione causata dal lavoro intenso. Fu anche uno dei pazienti di Sigmund Freud, che lo soprannominò “Lupo Mannaro” e di lui scrisse che “soffriva di una grave depressione, che si poteva leggere direttamente dal suo viso”.

Dopo il trattamento, Behring tornò al lavoro nel 1910, dedicandosi ancora una volta alla ricerca sulla difterite. Negli anni, infatti si capì che il sangue umano eliminava rapidamente le proteine (albumine) del siero animale. Le antitossine ricavate dai cavalli si trovavano legate proprio alle albumine animali, per cui la vaccinazione preventiva con tali sieri non risultava efficace. Così, sviluppò un nuovo metodo: includendo nella preparazione anche un eccesso di tossina si andava a stimolare le difese naturali del corpo umano, che sarebbero state più durature. Con questo nuovo preparato, chiamato “profilattico antidifterico TA”, riuscì a immunizzare diverse cavie.

Nel 1913, Behring subì una frattura del collo del femore sinistro, che causò complicazioni e dolori continui. Nonostante le cure, non riuscì a riprendersi completamente, con formazione di un arto più corto e sviluppo di fenomeni gottosi. Nel 1917 morì a causa di una polmonite.

Focus: la scoperta dei sieri anti-difterico e anti-tetanico, agli albori della sieroterapia

Quando nel 1888 Behring si trasferì a Berlino, come assistente di Robert Koch, si trovò a lavorare con Loeffler e Kitasato che avevano da poco chiarito le cause della difterite e del tetano. I due avevano individuato la presenza di “veleni” solubili prodotti dai microbi che possono agire sull’organismo anche senza una penetrazione generale dei microbi. Il loro collega Roux, in Francia, confermò tale teoria attraverso un’interessante esperimento. Egli, dopo aver coltivato i bacilli difterici in un brodo, filtrò quest’ultimo rimuovendo tutti i batteri e iniettò il filtrato in topi che iniziarono ad accusare sintomi di difterite. In questo momento venne coniato il termine “tossina” per indicare il veleno prodotto dai bacilli.

A questo punto subentrò la figura di Behring, che diede un grande contributo a questa storia. Egli, attraverso piccole inoculazioni ripetute di alcuni microbi, immunizzò gli animali. Infine, dimostrò che il siero degli animali immunizzati possedeva la proprietà di distruggere in vitro i microbi con cui gli animali erano stati inoculati.

Nel 1890 Behring e Kirasato annunciano di aver iniettato un animale con il siero di un altro animale immunizzato e che questo risultò essere resistente alle tossine dei bacilli. Dimostrarono anche che il siero poteva essere efficace non solo in via preventiva, ma anche se iniettato nell’animale malato, dopo la comparsa dei sintomi.

Si stabilì quindi che nel siero vi erano delle sostanze in grado di neutralizzare le tossine e tali sostanze vennero denominate “antitossine”.

Il siero venne presto testato sui bambini, dimostrando la sua efficacia. Per produrne quantità elevate, Roux ebbe l’idea di produrlo immunizzando i cavalli. Ciò comportava però dei problemi dopo la prima inoculazione. I pazienti, infatti, sviluppavano anticorpi nei confronti delle proteine del cavallo e per questo motivo non potevano subire una seconda inoculazione.

Riconoscimenti

Numerosi furono i riconoscimenti conferiti a Behring. Nel 1893 gli fu conferito il titolo di Professore, e due anni dopo divenne «Geheimer Medizinalrat» e ufficiale della Legione d’Onore francese. Negli anni successivi seguirono le adesioni onorarie di Società in Italia, Turchia e Francia; nel 1901, anno del suo Premio Nobel, fu elevato alla nobiltà, e nel 1903 fu eletto al Privy Council con il titolo di Eccellenza. Successivamente sono seguite ulteriori adesioni onorarie in Ungheria e Russia, nonché ordini e medaglie da Germania, Turchia e Romania. Divenne anche un uomo libero onorario (Ehrenbürger) di Marburgo.

Per la sua scoperta dell’antitossina ricevette nel 1895 il premio dell’Academic de Medecine e dell’Institut de France, e molti riconoscimenti gli vennero conferiti dalle società scientifiche. Nel 1901 ricevette il brevetto di nobiltà e nello stesso anno fu insignito del premio Nobel.

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Veronica Lupetti

Sono Veronica, laureata in Farmacia e appassionata di scienza e in particolare di microbiologia. Attualmente sto ultimando un dottorato di ricerca in microbiologia, che mi ha permesso di appassionarmi sempre di più a questo campo. Parallelamente, sto arricchendo il mio percorso con corso di laurea in CTF. Questo approccio multidisciplinare mi ha fornito una prospettiva più ampia sulla scienza, consentendomi di connettere i punti tra diverse discipline. Il mio impegno nello studio, come nella divulgazione scientifica, è motivato dalla mia insaziabile curiosità e attraverso Microbiologia Italia cerco di trasmettere questa passione anche agli altri.

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