Biografia
Girolamo Fracastoro (Figura 1) fu un letterato, medico e filosofo vissuto a cavallo tra il XV e il XVI secolo.
Le fonti riguardanti la sua nascita sono discordanti; sappiamo che si colloca comunque tra il 1476 e il 1479 e che avvenne a Verona.
Cresciuto in un ambiente intellettualmente stimolante, Fracastoro si trasferì a Padova per gli studi, dove mostrò subito il suo vasto interesse per il sapere.
Nel corso della sua vita, infatti, Fracastoro si occupò di letteratura, religione, filosofia, astronomia (decisiva in questo senso la concomitante presenza a Padova di Nicolò Copernico) e medicina.
Terminati gli studi, si occupò di insegnamento all’Università di Padova dove teneva lezioni di Logica.
Ma la fervente attività di intellettuale e studioso dovette subire una brusca frenata, complice il clima di estrema instabilità che andava insediandosi nel territorio d’Italia.
Instabilità politica e alti incarichi
In quegli anni, infatti, iniziarono le famose guerre d’Italia (1494 – 1504) e Fracastoro, in qualità di medico, seguì le truppe in quelle sanguinose battaglie che descriverà anni più tardi nel suo “Syphilis sive de morbo Gallico“.
Alla fine delle ostilità rientrò a Verona, per assistere i malati, come scrive “di qualunque ceto sociale“, mettendosi a servizio dell’umanità, come desiderava fare ardentemente.
Venne inoltre assunto dal vescovo Gian Matteo Gilberti, che lo invitò a fare parte anche del proprio circolo di intellettuali, prima di diventare medico personale di Papa Paolo III.
Gli alti incarichi non finirono qui; fu lui ad essere nominato medico ufficiale del concilio di Trento. Curioso l’episodio che lo vede protagonista di uno dei tanti spostamenti di sede, uno dei quali a Bologna nel 1547 sotto la sua indicazione, allarmato da numerosi casi di tifo esantematico occorsi nel territorio trentino.
Gli ultimi anni
Il suo impegno al Concilio corrispose con uno degli ultimi incarichi professionali, dopodiché si dedicò agli studi. A proposito di microbiologia, scrisse il “De contagione et contagiosis morbis” nel 1546, in cui spiegava le sue teorie rivoluzionarie riguardo le malattie infettive.
Tornò a vivere nella sua villa ad Incaffi, insieme alla moglie e al figlio.
Si spense nel 1553.
Focus: La sifilide e il concetto di contagio
Girolamo Fracastoro, tra i tanti studi che condusse nella propria vita, si distinse anche in quelli di medicina, con risultati sorprendenti rispetto ai tempi e con delle idee che potremmo definire rivoluzionarie.
Sulla sifilide
Nel 1530 uscì il suo “Syphilis sive de morbo gallico “, lavoro scritto in due versioni, poesia e prosa, dedicato al Cardinale Pietro Bembo, umanista e amico di Fracastoro.
In questa opera, la descrizione della sifilide è dettagliata nei suoi particolari, quali la sintomatologia, la diagnosi e la terapia. La trasmissione sessuale è senz’altro il punto focale che fece scalpore all’epoca. Gli atteggiamenti libertini -e quindi condannabili- che trovarono lo sdegno della Chiesa da una parte e una certa riluttanza del popolo dall’altra a rinunciare ai piaceri fisici, furono motivo di dibattito. La cosa certa è che un’epidemia scoppiata a Napoli tra le truppe francesi (per questo motivo si diede il nome di “mal Francese”) era dovuta alla pratica della prostituzione. Diverse centinaia di meretrici, infatti, accompagnarono la discesa dei soldati di Carlo VIII nel 1949, contribuendo quindi a diffondere il morbo in territorio italiano.
La teoria del contagio
Qualche anno più tardi esce il De Contagionibus (1546), in cui Fracastoro ipotizza che il contagio sia causato da esseri viventi microscopici e che la trasmissione tra le persone sia il risultato del passaggio di semi (“seminaria“) di questi esseri viventi. E’ questa la prima formulazione dell’ipotesi del contagium vivum, teoria che verrà soppiantata solo tre secoli più tardi, con gli studi di Koch e da Pasteur, che con la sua “Teoria dei Germi” della malattia confermò solo in parte queste teorie.
Si tratta in entrambi i casi di due trattati di grande importanza, rispetto all’innovazione delle idee contenute, che si possono riassumere in due punti fondamentali:
- L’idea che il contagio fosse dovuto a cause naturali, fattori materiali, chiamati “seminaria”, che attraverso l’aria o il contatto, potevano trasmettersi da persona a persona.
- Il concetto della trasmissione sessuale come causa della sifilide, che andava a toccare pesantemente la sfera morale, suscitando le reazioni della Chiesa.
Le sue osservazioni intorno all’epidemiologia sono state riprese e naturalmente corrette più avanti dagli studiosi che fonderanno la batteriologia moderna. Il contagio è stata una felice intuizione che però sappiamo riguardare gli organismi viventi, piuttosto che semplici particelle.
Contributo scientifico
Girolamo Fracastoro è stato un intellettuale che ha spaziato in diversi campi del sapere, che voleva fosse il più vasto possibile, atteggiamento tipico dell’epoca rinascimentale.
Per quanto riguarda la medicina e la microbiologia, le idee di Girolamo Fracastoro sono tutte contenute nel suo “De sympathia et antipathia rerum” (1546), in cui si parla di ordine delle cose, movimenti delle particelle ed equilibrio organico. La natura del contagio avverrebbe alla fine per la rottura di tale equilibrio. Un concetto che riprende la teoria di Ippocrate sull’origine delle malattie.
Oggi sappiamo che questa è una teoria sicuramente superata, ma quello che rimane è il concetto di contagio e di trasmissione sessuale della sifilide, che già da soli fanno capire l’importanza delle sue idee, come basi dell’epidemiologia.
La sua opera diede inoltre spunto per lo studio della patologia, con particolare attenzione alla storia clinica del paziente e al suo quadro clinico.
Premi e riconoscimenti
Sparsi per l’Italia possiamo trovare numerosi istituti intitolati a Girolamo Fracastoro.
In seguito ai suoi studi sull’astronomia, e in particolare alle osservazioni sulle comete, un cratere sulla luna porta il suo nome (cratere Fracastorius, nella parte sud-orentale della faccia visibile).
In via delle Fogge, a Verona, si erge una statua che lo rappresenta (Figura 2). La scultura è stata creata nel 1559 da Danese Cattaneo e raffigura Girolamo Fracastoro che tiene in mano una sfera, che rappresenta il mondo.
Attorno a quest’ultimo particolare, si è creata l’antica leggenda della “Bàla di Fracastoro”, secondo cui questa sfera sarebbe caduta in testa al primo uomo onesto che vi fosse passato sotto. Questa storia rappresenta uno scherno verso gli uomini dell’alta società del tempo, che usavano passare sotto l’arco su cui è collocata, in quanto la statua è posizionata nei pressi di quelli che un tempo erano i palazzi del potere della città.