Il sistema immunitario: una visione d’insieme

Il sistema immunitario

Quando si parla di sistema immunitario possiamo immaginare una sorta di esercito pronto a combattere per difendere il proprio territorio, in questo caso il corpo umano. Alla base di questa continua lotta c’è il riconoscimento da parte del nostro organismo degli antigeni self e non self. Gli antigeni self comprendono le molecole proprie dell’organismo, riconosciute quindi come parte integrante di esso, gli antigeni non self sono invece le molecole estranee. Tra queste ultime rientrano in particolare gli immunogeni che, legandosi a specifici recettori, sono in grado di innescare una risposta immunitaria. Essi, oltre a dover essere estranei al nostro organismo, devono possedere altre due caratteristiche fondamentali: alto peso molecolare e complessità strutturale.

Immunità adattativa o immunità innata?

Normalmente, al fine di semplificare lo studio del sistema immunitario, si preferisce fare una distinzione immaginaria tra la cosiddetta immunità adattativa e immunità innata. Come si può intuire facilmente dal nome, l’immunità innata è l’immunità ancestrale, ovvero quell’immunità che si è sviluppata e perfezionata nel corso dell’evoluzione e che rappresenta la prima linea di difesa del nostro esercito. Essa è inoltre capace di riconoscere un numero molto limitato di recettori, mediante sensori codificati da geni già presenti nelle cellule germinali ed espressi in tutti i tipi di cellule.

L’immunità adattativa invece, presente solo nei vertebrati, agisce come seconda linea di difesa in quanto bisognosa di un certo periodo di tempo per agire dal momento del contatto con l’agente infettante. A differenza dell’immunità innata mantiene però una memoria ed è capace di riconoscere un elevato numero di configurazioni molecolari presenti negli agenti di infezione.

Probabilmente la situazione risulta essere ancora confusa, entriamo quindi più nel dettaglio e spieghiamo in cosa consistono le caratteristiche appena citate e riassunte nella tabella sottostante.

Tabella di confronto tra l’immunità innata e adattativa
Figura 1 – Tabella di confronto tra l’immunità innata e acquisita

Immunità innata

Abbiamo detto che l’immunità innata è la nostra prima linea di difesa contro i patogeni esterni; è presente fin dalla nascita e si trova in tutti gli organismi viventi.

Essa può essere divisa a sua volta a seconda se la protezione che fornisce è del tipo chimico-fisica o biologica. La protezione chimico-fisica comprende: barriere fisiche (quali rivestimenti come la cute o fluidi come la saliva e le lacrime) e proteine antimicrobiche interne. La protezione biologica riguarda invece una serie di cellule facenti parte del gruppo dei globuli bianchi.

Protezioni chimico-fisiche

Le barriere fisiche sono sicuramente le più semplici da spiegare, si tratta infatti di semplici barriere che impediscono l’avanzata dei patogeni nei layer sottostanti.
Per quanto riguarda la cute, se integra, essa costituisce una perfetta barriera per l’entrata dei microrganismi grazie anche alla presenza delle giunzioni strette. Inoltre, il ricambio continuo degli strati epidermici più esterni, permette l’eliminazione degli agenti che risiedono normalmente su di essa.

Fluidi invece come lacrime e saliva possono attaccare direttamente gli agenti patogeni grazie a specifiche sostanze contenuti in essi. Ritroviamo ad esempio il ben noto lisozima, responsabile della rottura della parete dei Gram +.

Una volta superate le barriere anatomiche, gli agenti infettanti si trovano di fronte a nuove linee di difesa costitutive, tra queste le proteine. Ricordiamo in particolar modo gli interferoni, la cui azione ostacola l’attività degli m-RNA virali, e il sistema del complemento. Quest’ultimo è costituito da una serie di proteine la cui attivazione a cascata svolge una moltitudine di funzioni biologiche tra cui la lisi batterica e l’attivazione della chemiotassi dei neutrofili.

Sintesi delle diverse funzioni svolte dal sistema del complemento
Figura 2 – Sintesi delle diverse funzioni svolte dal sistema del complemento

Protezione biologica

Una volta superate le barriere fisiche e chimiche è la volta dei globuli bianchi. In particolare, quelli coinvolti nell’immunità innata sono:

  • Monociti (che diventano macrofagi)
  • Cellule dendritiche
  • Granulociti (neutrofili, eosinofili, basofili)
  • Cellule natural killer (NK)
Il sistema immunitario: Le diverse cellule facenti del gruppo dei globuli bianchi
Figura 3 – Le diverse cellule facenti del gruppo dei globuli bianchi.

Monociti, macrofagi e neutrofili sono le cellule la cui funzione primaria è quella di eliminare i microbi tramite la fagocitosi, e costituiscono quindi nel loro insieme i fagociti. La fagocitosi è il processo mediante il quale l’invasore viene inglobato nella cellula in vescicole dette fagosomi, e poi distrutto. I meccanismi con cui questo avviene sono di vario tipo, come ad esempio l’uso di superossidi e acidificazione.

Le cellule dendritiche sono tra le più interessanti in quanto la loro funzione è a cavallo tra l’immunità innata e l’immunità adattiva. Si occupano infatti di esporre sulla membrana gli antigeni e di portarli ai linfociti per il riconoscimento.

Le cellule natural killer (NK) infine, forniscono protezione contro i microrganismi intracellulari, individuando le cellule infette e uccidendole.

Immunità adattativa

Dopo alcuni giorni dall’inizio dell’infezione può svilupparsi anche l’immunità adattativa, attivata dalle stesse cellule che abbiamo visto precedentemente.

Anche in questo caso possiamo distinguere l’immunità adattativa in: cellula-mediata e umorale. Nel primo caso i protagonisti dell’infezione sono i linfociti T. Essi si differenziano in tre tipi: linfociti T helper, linfociti T citotossici e linfociti T suppressor. Le cellule helper aiutano sia la risposta umorale, attivando i linfociti B, sia l’immunità innata, attivando ad esempio i macrofagi per l’uccisione dei microbi. I linfociti T citotossici fungono invece da soldati e si occupano di eliminare tramite lisi le cellule infette. Infine, i suppressor evitano una risposta immunitaria troppo intensa, inattivando alcune cellule.

Nell’immunità umorale invece i protagonisti sono i linfociti B, che una volta differenziati in plasmacellule, producono anticorpi. Ogni anticorpo lega e agisce su uno specifico antigene.

In entrambi i casi vediamo svilupparsi quella che viene chiamata memoria: i linfociti T e B producono sia cellule attive, che intervengono nella risposta immunitaria, sia cellule inattive che rimangono di riserva nell’eventualità di una nuova infezione.

IL sistema immunitario: In questa figura è possibile osservare le diverse funzioni dei linfociti T e B
Figura 4 – In questa figura è possibile osservare le diverse funzioni dei linfociti T e B.

Gli anticorpi del sistema immunitario

Gli anticorpi sono molecole appartenenti al gruppo delle immunoglobuline e vengono divisi in cinque classi a seconda della struttura chimica e funzione (igG, igA, igM, igD e igE).

Quando gli anticorpi si trovano sulla membrana delle cellule B immature fungono da recettori per l’antigene e, una volta legata la molecola complementare, ne viene innesca la proliferazione e il differenziamento. Una volta trasformati in plasmacellule, producono infine gli anticorpi in forma solubile. Un anticorpo è formato da quattro catene polipeptidiche: due pesanti e due leggere a formare la tipica struttura a Y.

Alle due estremità della Y si trovano due regioni dette variabili, che corrispondono al sito di legame per gli antigeni e variano da un anticorpo all’altro. Una seconda parte viene invece definita costante ed è comune ad ogni classe di immunoglobuline.

Il sistema immunitario: In questa figura è possibile osservare le diverse funzioni dei linfociti T e B
Figura 5 – Struttura schematizzata di un anticorpo. È possibile osservare la tipica forma a Y con le due parti variabili e la parte costante. (Credit: https://www.msdmanuals.com)

Una volta prodotti gli anticorpi, essi si dirigono verso il sito di infezione per legarsi agli antigeni presenti sulla superficie degli invasori. Una volta effettuato il legame un anticorpo può agire in diversi modi:

  1. Aumento della fagocitosi: l’anticorpo una volta attaccato al patogeno agisce come un marcatore che attira i fagociti. Inoltre, la sua presenza rende più facile l’ingestione e quindi il processo di fagocitosi.
  2. Attivazione del sistema del complemento: il complesso anticorpo-antigene può attivare il sistema del complemento con conseguente lisi dei batteri.
  3. Neutralizzazione di tossine: alcune tossine prodotte dai batteri (come ad esempio i batteri del tetano, difterite e botulino) possono essere neutralizzate tramite il legame con l’antigene.
  4. Neutralizzazione dei virus: l’anticorpo può, legandosi a specifiche proteine virali, impedire l’attacco del virus al recettore cellulare.
  5. Agglutinazione delle cellule: il legame antigene-anticorpo favorisce l’agglutinazione dei patogeni che vengono fagocitati rapidamente.

Il sistema immunitario, una visione d’insieme

Arriviamo infine a riassumere quanto detto finora. Il nostro sistema immunitario è formato da un insieme di meccanismi complessi atti a difendere il nostro organismo dagli agenti esterni. Per renderne più semplice lo studio si preferisce dividere l’immunità in innata a e adattativa. L’immunità innata comprende barriere fisiche, chimiche e biologiche che intervengono come prima linea di difesa. L’immunità adattativa invece interviene in un secondo momento e viene attivata dalla stessa immunità innata. Le cellule protagoniste di quest’ultima sono i linfociti T e B che, a differenza dei globuli bianchi presenti nell’immunità innata, possono riconoscere una moltitudine di molecole diverse e dare una risposta specifica. In realtà questa divisione è puramente formale, il sistema immunitario è infatti formato da meccanismi strettamente correlati tra loro e le stesse cellule presenti in un’immunità intervengono anche nell’altra.

In questa figura possiamo osservare quali cellule intervengono nell'immunità innata e quali nell'immunità adattative. Come si può notare tra queste alcune rientrano in entrambe le categorie.
Figura 6 – In questa figura possiamo osservare quali cellule intervengono nell’immunità innata e acquisita. Come si può notare tra queste alcune rientrano in entrambe le categorie.

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino, creatore ed amministratore di Microbiologia Italia, primo sito di divulgazione microbiologica in Italia. Sono laureato in biologia e molto appassionato di tecnologia, cinema, scienza e fantascienza. Sono Siciliano ma vivo e lavoro in Basilicata come analista di laboratorio microbiologico presso una nota azienda farmaceutica. Ho creato il portale di Microbiologia Italia per condividere conoscenza ed informazioni a chiunque fosse interessato a questa bellissima scienza. Potete trovare tutti i miei contatti al seguente link: https://linktr.ee/fcentorrino.

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