Obiettivo della colorazione
Il “Calcofluor White” (Fig.1), noto anche come “bianco calcofluoro“, è un colorante chemifluorescente blu capace di legarsi in maniera non specifica ai polisaccaridi chitina e cellulosa della parete fungina, vegetale e algale.
Questo colorante serve quindi per:
- colorare alcuni elementi fungini e parassitari;
- osservare questi elementi tramite microscopia a fluorescenza.
In ambito clinico la colorazione viene utilizzata per determinare quale o quali specie siano responsabili dell’infezione e, conseguenzialmente, sviluppare una terapia efficacie.
I campioni analizzabili dipendono dalla possibile sede di infezione: possono essere campioni derivanti dalla cute, da unghie e capelli, tamponi vaginali, sangue e tessuti bioptici.
Solitamente i funghi, siano essi muffe o lieviti, sono patogeni opportunisti capaci di provocare danni alla salute di pazienti immunodepressi o deperiti. Tuttavia, in alcuni casi possono essere patogeni obbligati capaci di attaccare anche soggetti perfettamente sani provocando infezioni superficiali (es. cutanee) o addirittura sistemiche (disseminate).
Tra le infezioni micotiche più comuni vi sono certamente quelle cutanee con comparsa di chiazze rosse e squamose (es. tigne) e quelle localizzate nella cavità orale e vaginale (es. mughetto).
Il colorante viene utilizzato soprattutto per:
- dimostrare la presenza di parassiti (es. amebe) individuandone le cisti.
- Evidenziare le cicatrici (bud scars) delle cellule di lievito (Fig.2) per quantificarne l’età.
- Può essere sfruttato per intensificare la colorazione Papanicolaou.
- Per evidenziare le cisti di Pneumocystis, microsporidia e Cryptosporidium.
- Per rilevare la presenza di Candida spp (Fig.3) in lesioni cancerose o pre-cancerose.
Descrizione
Tra i test più rapidi che si possono fare per identificare e visualizzare strutture fungine vi è l’osservazione al microscopio di campioni colorati in fluorescenza con il Calcofluor White.
Il campione generalmente deriva da un raschiamento cutaneo, da un frammento di capelli/unghie, da tamponi vaginali, fluidi corporei ed espettorato.
Su questi, il colorante è in grado di legare saldamente le strutture fungine (Fig. 4) presenti e, se colpito da una luce con idonea lunghezza d’onda, permette di visualizzarle chiaramente al microscopio a fluorescenza.
Il Calcofluor White è un fluorocromo non specifico capace di legarsi alla chitina della parete fungina permettendo di rilevare rapidamente la presenza di funghi e lieviti di notevole importanza clinica come: Pneumocystis carinii, Microsporidium, Acanthamoeba, Naegleria, e Balamuthia.
Può essere ancora più performante se il campione viene trattato con una soluzione di idrossido di potassio (KHO) che dissolve gli elementi micotici.
Materiale occorrente
- Calcofluor White;
- Idrossido di potassio 10%;
- Vetrino;
- Carta assorbente;
- Microscopio a fluorescenza.
Procedimento
Per colorare un campione con Calcofluor White è necessario seguire questi passaggi:
- Posizionare con cura il campione su un vetrino pulito.
- Aggiungere una goccia di colorante e successivamente una goccia di idrossido di potassio al 10%.
- Lasciar riposare il campione per un minuto in modo tale che il colorante venga assorbito.
- Rimuovere l’eccesso di colorante premendo delicatamente sul campione un pezzo di carta assorbente.
- Osservare il campione sotto luce ultravioletta a 100-400x.
Osservazione
Gli elementi fungini, parassitari, e le cisti appaiono blu-verdi (Fig.5) se osservate sotto una fonte di raggi UV o una luce blu/viola.
Il colorante in soluzione acquosa assorbe a lunghezze d’onda compresa tra 300 e 412 nm con picco d’assorbimento a 347 nm.
La massima eccitazione del fluorocromo si ha sfruttando la luce ultravioletta anche se, come detto pocanzi, anche le fonti di luce blu/viola danno ottimi risultati.
Il tessuto sottostante può creare una fluorescenza di background gialla verde, tuttavia, gli elementi fungini/parassitari colorati appaiono molto più intensi e visibili.
Il risultato della colorazione può essere osservato nel Vid.1 sottostante:
Limitazioni
Tra le principali limitazioni del Calcofluor White vi è il costo elevato e il fatto che può non essere particolarmente accurato in certi casi.
Tuttavia, esistono anche alcuni vantaggi: è veloce da utilizzare e permette diagnosi cito- e isto-patologiche, inoltre, non richiede tipologie particolari di reagenti per funzionare.
Fonti
- Microbe Notes – Calcofluor White Staining- Principle, Procedure, Results, Applications;
- Esame micologico – LAB TEST online;
- Calcofluor white Wikipedia;
- Calcofluor white Sciencedirect;
- Harrington B. J., PhD MPH, Hageage G., Jr. PhD D(ABMM; 2003), Calcofluor White: A Review of its Use and Applications in Clinical Mycology and Parasitology, Histology|Microbiology 5(34), pp.361- 367.
Crediti immagini
- Immagine in evidenza: tumbral.com;
- Figura 1: chemsrc.com;
- 2: biotium.com;
- 3: ResearchGate;
- 4: ResearchGate;
- 5: Slideshare;
Crediti video
- Video 1 – Calcofluor staining of Rotifer trophi.