Celiachia: le conseguenze sull’asse intestino – cervello

Introduzione – cos’è la celiachia?

La celiachia è una condizione genetica autoimmune caratterizzata dalla manifestazione di un’intolleranza permanente al glutine: un complesso alimentare di natura proteica, tipico di alcuni cereali (frumento, orzo, segale, ecc.).

Spesso non diagnosticata, la malattia celiaca sembra accompagnare la storia dell’alimentazione umana sin dai primi secoli dopo Cristo. Areteo di Cappadocia descrisse i sintomi di una sindrome comune a molti dei suoi pazienti: diarrea cronica, incremento volumetrico dell’addome, ipotrofia muscolare ed edemi, che portarono il medico dell’Anatolia a parlare per la prima volta di “male al ventre”.

Ciò, inoltre, confermò le intuizioni di Aulo Cornelio Celso, il primo ad introdurre il termine “Koiliakos” per descrivere i pazienti che presentavano la sindrome intestinale.

Iconografia raffigurante Aulo Cornelio Celso
Figura 1 – Iconografia raffigurante Aulo Cornelio Celso [wikisource.org]

Celiachia: questione di sintomi e genetica

La sintomatologia da celiachia varia tra le forme che si manifestano in età infantile e quelle tipiche dell’età adulta. Nel primo caso, la patologia è solita presentare una sintomatologia gastroenterica meno grave, accompagnata, però, da deficit di statura e peso, ritardo nello sviluppo puberale e anemia, che spesso non regredisce nemmeno con l’assunzione di ferro mediante integratori.

Negli adulti, invece, la sintomatologia enterica prevale, con un insufficiente assorbimento dei nutrienti, perdita di peso, crampi e debolezza muscolare ed ossea.

Oltre ai sintomi elencati, la celiachia è anche spesso associata ad altre patologie autoimmuni, come il diabete di tipo 1 e la malattia di Chron.

La malattia, inoltre, non si presenta in maniera “casuale”. I celiaci, infatti, sono al 99% portatori di geni HLA-DQ2 e HLA-DQ8, la cui attivazione è considerata la prima causa di insorgenza della celiachia.

Troppo spesso confusa per una sindrome enterica, la celiachia è in realtà una condizione genetica
Figura 2 – Troppo spesso confusa per una sindrome enterica, la celiachia è in realtà una condizione genetica [bgenetica.it]

Celiachia e cervello: non solo una sindrome enterica

Come già visto nei paragrafi precedenti, la sintomatologia enterica è solo la manifestazione più nota della celiachia che, infatti, non è una sindrome intestinale, bensì una condizione genetica.

Il costante aumento dei casi di celiachia nel mondo ha portato i ricercatori ad effettuare sempre più studi, al fine di caratterizzare maggiormente l’esordio di quella che si prospetta essere una condizione che si presenterà in buona parte della popolazione mondiale futura; oltre ad aver definito meglio le modalità di esordio della patologia, questi studi hanno notato come tra i sintomi extra-intestinali dei pazienti celiaci sono presenti disturbi comportamentali, ansia sociale, bipolarismo e depressione.

Uno dei primi studi a riguardo risale al 1991, anno in cui un gruppo di scienziati ha preso in analisi 27 bambini con celiachia diagnosticata, dividendoli in due gruppi: 15 bambini che non seguivano alcuna terapia senza glutine (G1) e 12 bambini che seguivano la GFD da almeno un anno (G2).
Era presente anche un gruppo di controllo (G3), composto da bambini non celiaci e senza alcun sintomo riconducibile ad alcuna patologia intestinale.
Ad ogni bambino è stato fatto un prelievo del sangue a digiuno e i risultati hanno sottolineato delle notevoli differenze tra i tre gruppi esaminati: il G3 presentava maggiori quantità di triptofano, precursore della serotonina, mentre il G1 mostrava delle significative carenze dello stesso amminoacido essenziale. Tra i tre gruppi si osservavano le stesse differenze anche per altri A.A., come tirosina, valina o citrullina.

Valori di triptofano nel sangue così bassi indicherebbero una scarsa disponibilità dello stesso amminoacido nel cervello, sia in G1 che in G2, con conseguente minor sintesi di serotonina; tutto ciò, inevitabilmente, spiegherebbe i disturbi comportamentali precedentemente descritti e presenti, seppur in modo diverso, in entrambi i gruppi di bambini celiaci.

Celiachia, cervello e depressione: la dieta può aiutare?

Una ricerca ha esaminato 9 celiaci e ne ha analizzato i livelli di triptofano nel sangue e i sintomi psichiatrici pre e post GFD.

Tutti i pazienti, dopo aver seguito la terapia senza glutine, hanno riportato dei miglioramenti per quanto riguarda l’ansia ma non per la depressione; i livelli di triptofano sono aumentati, suggerendo che il trattamento dietetico può influire sulla disponibilità di triptofano, nonché sulla sintesi della serotonina e la mitigazione dei disturbi psichiatrici.

Celiachia: la sintomatologia intestinale si ripercuote anche sul cervello
Figura 3 – Celiachia: la sintomatologia intestinale si ripercuote anche sul cervello [farmacommunity.it]

Conclusioni

Gli studi da cui prendere spunto sono numerosi, ma i due citati, oltre a confermare l’importanza dell’asse intestino-cervello, dimostrano a sufficienza come la celiachia, troppo spesso, ed erroneamente, confusa per una sindrome prettamente enterica, sia ben più complessa dell’apparenza. La condizione genetica dettata dalla presenza dei geni HLA-DQ2 e HLA-DQ8, infatti, ha il suo esordio nell’intestino ma tende a inficiare anche altri organi, con conseguenze a carico del cervello e della stabilità psicologica dei pazienti.

La dieta senza glutine, infine, oltre a ridurre la gravità dei sintomi intestinali, riesce a migliorare l’assorbimento di sostanze nutrienti indispensabili, limitando le conseguenze psicologiche e, in alcuni casi, psichiatriche, conseguenza inevitabile a causa del legame tra celiachia e cervello.

Fonti

  • Pynnönen PA, Isometsä ET, Verkasalo MA, Kähkönen SA, Sipilä I, Savilahti E, Aalberg VA. Gluten-free diet may alleviate depressive and behavioural symptoms in adolescents with coeliac disease: a prospective follow-up case-series study. BMC Psychiatry. 2005 Mar 17;5:14. doi: 10.1186/1471-244X-5-14. PMID: 15774013; PMCID: PMC555756.
  • Hernanz A, Polanco I. Plasma precursor amino acids of central nervous system monoamines in children with coeliac disease. Gut. 1991 Dec;32(12):1478-81. PMID: 1773952; PMCID: PMC1379246.

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Davide Puntorieri

Dottore in Scienze gastronomiche e oggi studente di scienze e tecnologie alimentari (LM-70) presso l'Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria.

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