Lisina: un’arma in più nella prevenzione da COVID-19

Caratteristiche e struttura

La Lisina (Acido 2 [S], 6-diamminoesanoico – C6H14N2O2) è un amminoacido polare dall’aspetto solido cristallino, che l’uomo non sintetizza e quindi da assumere essenzialmente con la dieta, in quanto precursore di numerosi metaboliti secondari.

Lisina, modello molecolare
Figura 1 – Lisina, modello molecolare [flickr.com]

Via biosintetica

Naturalmente più presente nella sua forma levogira, la lisina è sintetizzata a partire dall’ossalacetato e appartiene alla cosiddetta “famiglia dell’aspartato”, intermedio comune alla sintesi di molti amminoacidi.

L’aspartato viene fosforilato ad aspartilfosfato, ridotto in aspartato semialdeide e condensato, con una molecola di piruvato, in diidropicolinato. Quest’ultimo va incontro a riduzione, formando una molecola di tetraidropicolinato che potrà andare incontro a due destini:

  1. Fromazione diretta di diamminopimelato, per mezzo dell’enzima diamminopimelato deidrogenasi;
  2. Inizio della “Via della succinalasi”, che permetterà la formazione finale di diamminopimelato ma attraverso una serie di 4 reazioni.

Alla fine, la molecola di diamminopimelato va incontro a decarbossilazione, libera una molecola di anidride carbonica e forma la lisina.

Funzioni

Oltre ad essere indispensabile per la sintesi di proteine quali l’emoglobina, l’albumina e la transferrina, la lisina è utile nella costituzione di ossa e tessuti connettivi, concorrendo alla formazione del collagene, insieme alla Vitamina C. Inoltre, contribuisce all’assorbimento del calcio, limitandone il rischio di eccessiva dispersione nelle urine e contrastando l’insorgenza di patologie come l’osteoporosi.

E’ indispensabile per la sintesi della Vitamina B3 (Vitamina PP), nota per i casi di Pellagra provocati dalla sua carenza nella prima metà del ‘900, sia in Europa che in America. Infine, stimola il rilascio dell’ormone della crescita (somatropina), è particolarmente indicata per il benessere di pelle e capelli e combatte efficacemente la recidività dell’ Herpes labiale (Herpes simplex).

Carenza ed eccesso: l’importanza della dose consigliata

Negli ultimi decenni, soprattutto in Occidente, l’assunzione di integratori a base di Amminoacidi, i quali dovrebbero essere assunti per mezzo di una dieta equilibrata, sta diventando sempre maggiore. Sebbene questa pratica possa apparire, in un primo momento, come una scelta utile ad ottenere molti benefici come quelli elencati nel paragrafo precedente, è sempre bene ricordare:

“Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose permette che il veleno non faccia effetto.”

Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, detto Paracelsus o Paracelso. (Einsiedeln, 1493 – Salisburgo, 1541)

Nonostante la lisina sia stata scoperta solo nel 1889, infatti, le parole del medico e alchimista svizzero si possono tranquillamente usare per indicare l’importanza della dose consigliata durante l’assunzione di certi integratori alimentari, oggi molto in voga.

Se i casi di carenza, i quali possono causare spossatezza, perdita di peso, ritardo nello sviluppo, anemia, infertilità e perdita di capelli, sono abbastanza noti, è bene sottolineare come l’eccesso nell’assunzione del precursore della Vitamina PP sia capace di provocare altrettanti disagi, quali diabete, gravi disturbi intestinali, reazioni allergiche e difficoltà respiratorie.

A proposito di ciò, il NOAEL (dose massima che si può assumere senza incorrere a reazioni avverse) della lisina è 6000 mg/persona/giorno; il LOAEL (dose minima che può causare reazioni avverse), invece, è 7500 mg/persona/giorno.

Paracelsus o Paracelso
Figura 2 – Paracelsus o Paracelso [wikimedia.org]

Dove si trova?

Per assumere quantità adeguate di lisina, quindi, è prima di tutto consigliato seguire uno stile di vita e alimentare sano e variegato, che permettano di reperire dalla dieta tutte le risorse utili al nostro organismo per funzionare al meglio.

Gli alimenti in cui la Lisina è maggiormente presente sono perlopiù di origine animale, a partire dal merluzzo, fino al tacchino e alla bresaola, passando per il pollo e la ricotta vaccina. Al contrario, è presente ma in concentrazioni minori in alimenti di origine vegetale come cereali vari, i loro derivati e la frutta secca.

Il ruolo della lisina nel contrasto a SARS-CoV-2 (COVID-19)

Negli ultimi anni, l’uso della Lisina in campo medico ha avuto sempre più spazio, soprattutto grazie a ricerche che ne dimostrerebbero la capacità di inibire l’infezione da SARS-CoV-2 e non solo.

Partendo dalla sua capacità di contrastare l’Herpes labiale, infatti, la lisina è stata presa in considerazione come arma di contrasto allo sviluppo virale che causa COVID-19: medici, a stretto contatto con pazienti affetti da COVID-19, che assumevano almeno 2000 mg di Lisina al giorno per 3 mesi, non hanno contratto l’infezione; al contrario, soggetti che seguivano diete ricche di arginina hanno dimostrato una particolare tendenza al contagio.

Tali proprietà, sia della lisina, sia dell’arginina, sono state successivamente provate anche su colture in vitro di Virus SARS-CoV-2, suggerendo, ancora una volta, l’importante ruolo di una dieta adeguata alla prevenzione da patologie anche extra-intestinali.

Fonti

Crediti immagini

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Davide Puntorieri

Dottore in Scienze gastronomiche e oggi studente di scienze e tecnologie alimentari (LM-70) presso l'Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria.

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