Obesità in età pediatrica: trattamento e prevenzione

L’obesità infantile costituisce attualmente uno dei principali problemi di sanità pubblica mondiale. La pericolosità della patologia risiede sia nella sua elevata diffusione a livello globale sia nella sua correlazione con talune malattie che comportano una riduzione della quantità e della qualità di vita per i soggetti affetti. In particolare, l’obesità si associa a molteplici complicanze cliniche già presenti nel bambino obeso, le quali tendono ad aggravarsi con l’aumentare dell’età. Dati i costi sanitari e sociali, diretti e indiretti, di grande rilevanza, le strategie d’intervento nei confronti dell’obesità infantile sono attualmente obiettivo primario del Sistema Sanitario.

Il trattamento come strategia d’intervento nei confronti dell’obesità infantile

Il trattamento dell’obesità infantile si esplica attraverso un programma di rieducazione all’adozione di sane abitudini di vita. Lo scopo è quello di raggiungere l’equilibrio tra spesa energetica e apporto calorico, portando ad una perdita di peso graduale e progressiva fino al raggiungimento di una condizione di normopeso. Tale programma deve interessare non soltanto il bambino obeso ma anche l’intero nucleo famigliare. Infatti, il modello genitoriale esercita una notevole influenza sulle scelte alimentari e i comportamenti dei figli.

Date la multifattorialità della patologia e le sue complesse implicazioni socio-ambientali, risulta chiaro come la più efficace strategia di trattamento dell’obesità infantile sia quella multidisciplinare che coinvolge diverse figure: i professionisti della salute, i pediatri, gli insegnanti, gli allenatori e la famiglia. Inoltre, l’efficacia delle misure intraprese dipende dal grado di personalizzazione e dalla tempestività del trattamento.

Alimentazione

La prima strategia d’intervento nei confronti dell’obesità infantile è l’educazione alimentare ai principi della dieta mediterranea. Le diete ipocaloriche, sebbene portino alla perdita di peso e alla risoluzione delle comorbidità, risultano per il bambino dannose dal punto di vista psicologico, diseducative e inefficaci nel medio e lungo termine. Inoltre, non sono necessarie in quanto è possibile sfruttare l’attiva crescita del bambino per ottenere un calo ponderale significativo attraverso un approccio dietetico non restrittivo.

obesità infantile: trattamento come strategia d'intervento. 
educazione alimentare nel bambino
Figura 1 – Educazione alimentare nel bambino [Fonte: https://www.nutridoc.it/]

Attività fisica e sedentarietà

In secondo luogo, è importante agire promuovendo l’attività fisica ad intensità moderata. Essa, in associazione alla dieta, apporta notevoli benefici sulla composizione corporea e sui fattori di rischio metabolici e cardio-vascolari connessi all’obesità. Sotto questo punto di vista si raccomanda di praticare 60 minuti al giorno di attività fisica aerobica e almeno 3 volte a settimana esercizi di forza muscolare. Inoltre, è fondamentale ridurre la sedentarietà nei bambini (il tempo trascorso a guardare la televisione, giocare ai videogiochi o al computer) a vantaggio di attività ricreative che promuovano il movimento.

obesità infantile: il trattamento come strategia d'intervento
L'attività fisica in età pediatrica
Figura 2 – L’attività fisica in età pediatrica [Fonte: https://sip.it/]

Terapia cognitivo-comportamentale

Infine, per il trattamento dell’obesità infantile si ricorre alla terapia cognitivo-comportamentale. Essa analizza le abitudini alimentari e l’attività fisica del bambino, studia le cause ambientali, sociali e psicologiche alla base dell’obesità e fornisce strumenti utili a rinforzare la propria autostima e superare le difficoltà che si incontrano durante il percorso di perdita di peso. Lo scopo è quello di aiutare il bambino a realizzare quelle modifiche dello stile di vita necessarie a risolvere la patologia. Inoltre, la terapia gli permette di vivere al meglio il rapporto con il cibo e il proprio corpo. Anche in questo caso è necessario estendere i trattamenti comportamentali alla famiglia del bambino.

obesità infantile: il trattamento come strategia d'intervento
Terapia cognitivo-comportamentale nei bambini
Figura 3 – Terapia cognitivo-comportamentale nei bambini [Fonte: https://spazioconnessioni.it/]

Altri interventi

Il trattamento farmacologico dell’obesità in età pediatrica è da riservare a quei bambini gravemente obesi per i quali l’intervento di modifica dello stile di vita non risulti efficace. Il farmaco d’elezione è attualmente l’orlistat, inibitore delle lipasi che digeriscono i trigliceridi della dieta. Come risultato, si assiste alla riduzione dell’assorbimento dei grassi alimentari. La chirurgia bariatrica, invece, è generalmente sconsigliata al di sotto dei 18 anni, salvo che in alcuni specifici casi.

Obiettivi e risultati del trattamento come strategia d’intervento nei confronti dell’obesità infantile

I principali obiettivi del trattamento dell’obesità in età pediatrica sono:

  • raggiungere una significativa perdita di peso corporeo;
  • risolvere le comorbidità;
  • migliorare la qualità di vita dei bambini nel breve e nel lungo termine.

I risultati sono valutati in termini di riduzione del BMI (indice di massa corporea) e della circonferenza vita, parametri che correlano col livello di adiposità e il rischio cardiovascolare. Tuttavia, si considerano anche altri indicatori di risposta al trattamento, come la modifica dei comportamenti relativi all’alimentazione, attività fisica e sedentarietà.

Inoltre, è importante riconoscere come l’obesità eserciti un forte impatto sulla psiche di bambini e adolescenti. Infatti, correla strettamente con una profonda insoddisfazione legata alla percezione della propria immagine corporea. Questo, in un’età in cui si tende a dare molto peso all’aspetto fisico, condiziona pesantemente la stima di sé. Inoltre, la “sfida” contro il proprio peso messa in atto precocemente dal bambino o dall’adolescente risulta in un percorso non privo di ostacoli. Alla luce di ciò è emerso che il trattamento dell’obesità espone al rischio d’insorgenza di disturbi del comportamento alimentare, i quali devono essere riconosciuti e trattati tempestivamente.

La prevenzione come strategia d’intervento nei confronti dell’obesità infantile

Omeostasi energetica

La prevenzione della patologia si basa sull’adozione di misure volte a ridurre l’esposizione ai principali fattori di rischio per l’obesità pediatrica: alimentazione, sedentarietà ed esercizio fisico. Agendo sui fattori determinanti l’omeostasi energetica (equilibrio tra energia richiesta ed energia spesa dall’organismo), si osserva una modesta riduzione del BMI, con risultati significativi per la fascia d’età 6-12 anni.

Epoca prenatale e perinatale

Tuttavia, è possibile prevenire la comparsa della patologia già a livello prenatale e perinatale: l’adeguato aumento ponderale della madre in gravidanza (come raccomandato dall’Institute of Medicine) sembra proteggere il bambino dall’obesità, così come l’astensione dal fumo di sigaretta in gravidanza e l’allattamento esclusivo al seno materno per i primi 6 mesi di vita.

Allattamento al seno materno come fattore protettivo dell'obesità infantile
Figura 4 – Allattamento al seno materno come fattore protettivo dell’obesità [Fonte: https://www.salute.gov.it/]

Fattori ambientali e sociali

Infine, le strategie d’intervento preventivo nei confronti dell’obesità infantile si estendono a tutti quei fattori ambientali e sociali determinanti la patologia. All’interno di questo contesto inseriamo non soltanto la famiglia ma anche la scuola, in quanto esse sono le istituzioni maggiormente impattanti sull’educazione e le abitudini dei bambini. Inoltre, nella prevenzione della patologia giocano un ruolo chiave le politiche di governo, che dovrebbero facilitare le scelte alimentari più salutari, garantire l’educazione alimentare su più livelli e sviluppare campagne di promozione della salute umana.

L'alleanza scuola-famiglia nella prevenzione dell'obesità
Figura 5 – L’alleanza scuola-famiglia nella prevenzione dell’obesità [Fonte: https://www.psicologiapediatrica.it/]

Obiettivi e risultati della prevenzione come strategia d’intervento nei confronti dell’obesità infantile

L’obiettivo primario degli interventi di prevenzione dell’obesità infantile è quello di ridurre i dati di prevalenza e incidenza della patologia nel mondo.

Dalla letteratura risulta che gli interventi incentrati sull’attività fisica sono più efficaci rispetto a quelli basati sull’alimentazione. In secondo luogo, sono i bambini più piccoli, influenzati dalla famiglia e dalla scuola, a rispondere agli interventi in maniera maggiormente positiva rispetto agli adolescenti. Infine, gli interventi che coinvolgono l’educazione della famiglia risultano più efficaci rispetto agli altri.

Nonostante ciò, le strategie di prevenzione dell’obesità infantile non risultano al momento sufficienti ad arginare il problema: l’obesità infantile è un fenomeno in continuo aumento. Questo potrebbe essere legato al fatto che l’obesità non viene ancora percepita come una vera e propria patologia cronica di interesse sociale al pari di altre patologie. Pertanto, risulta cruciale partire proprio dalle basi, sensibilizzando la popolazione nei confronti della tematica e coinvolgendo in prima istanza i professionisti della salute. Infatti, gli studi mostrano che complessivamente meno della metà dei soggetti in eccesso ponderale riceve dal proprio medico il consiglio di perdere peso.

Fonti

  • WHO Discussion Paper, Draft recommendations for the prevention and management of obesity over the life course, including potential target, 2021.
  • Società Italiana di Pediatria e Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Consensus su diagnosi, trattamento e prevenzione dell’obesità del bambino e dell’adolescente.
  • Seema Kumar, MD, and Aaron S. Kelly, PhD; Review of Childhood Obesity: From Epidemiology, Etiology, and Comorbidities to Clinical Assessment and Treatment.

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Lisa Marano

Amo da sempre il mondo della biologia in tutte le sue forme, ma più di recente ho scoperto una vera e propria passione per la nutrizione. Mi sono, quindi, laureata in Scienze Biologiche e successivamente in Biologia Applicata alle Scienze della Nutrizione presso l'Università degli Studi di Milano. Il mio obiettivo? Diventare biologa nutrizionista per poter trasmettere agli altri abitudini di vita sane e insegnare l'amore verso se stessi partendo proprio dall'alimentazione.

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