La violenza contro gli operatori sanitari è una delle emergenze sociali più gravi degli ultimi tempi. La psichiatria, in particolare, sembra essere particolarmente a rischio, con numerosi episodi di aggressione subiti dai professionisti della salute mentale. Il loro lavoro richiede una grande dedizione e attenzione, ma troppo spesso si trovano soli e in balia di pazienti violenti.
La violenza contro gli operatori sanitari: un’emergenza sociale sempre più grave in Italia ed il caso Capovani
Il ricordo della dottoressa Paola Labriola, uccisa dieci anni fa con 57 coltellate a Bari da un paziente, è ancora vivo nei cuori di chi la conosceva. La sua collega, la dottoressa Barbara Capovani, è stata aggredita e uccisa fuori dal suo reparto all’ospedale Santa Chiara di Pisa solo qualche mese fa. Ma non sono stati gli unici casi: la lista è lunga e dolorosa, con tante altre aggressioni subite dagli operatori sanitari in tutta Italia.
Le donne psichiatre sembrano essere particolarmente a rischio, come denuncia la dottoressa Caterina Scafariello, dirigente psichiatra in una struttura pubblica. “Tre quarti delle aggressioni riguardano le donne, noi psichiatre rischiamo di più”, ha dichiarato. La loro professione richiede una grande dedizione e cura, ma spesso si trovano soli e in balia di pazienti violenti.
Migliaia di aggressioni contro gli operatori sanitari
La situazione è precaria e i dati dell’Inail riportano oltre 4.800 casi di aggressioni nei confronti degli operatori sanitari nel triennio 2019-2021. Tuttavia, molti di questi atti di violenza non vengono denunciati per timore di ritorsioni, il che rende ancora più difficile la risoluzione del problema.
Voglio amore
Ma c’è una speranza: la fiaccolata organizzata a Roma in memoria della dottoressa Capovani ha visto migliaia di persone scendere in strada per chiedere giustizia e maggiore sicurezza per gli operatori sanitari. Lo striscione “Voglio amore” è diventato il simbolo di una battaglia per garantire ai professionisti della salute la sicurezza e la dignità che meritano.
L’Università di Roma Sapienza ha voluto ricordare tutti gli operatori sanitari vittime di violenze nei luoghi di lavoro, ponendo l’accento sulla necessità di una maggiore collaborazione tra le istituzioni per rendere più sicure le strutture in cui i professionisti della salute operano giornalmente per garantire a tutti cura ed assistenza. La rettrice Antonella Polimeni ha sottolineato l’importanza di un impegno serio e concreto di tutte le istituzioni per contrastare l’emergenza sociale rappresentata dalla violenza contro gli operatori sanitari.
È necessario che le istituzioni intervengano per garantire maggiori fondi e personale per l’assistenza pubblica alla salute mentale, nonché per riconoscere che il lavoro degli operatori sanitari è usurante e richiede molta dedizione e accortezza. È importante lavorare per rendere le strutture sanitarie più sicure per tutti i professionisti.