Nuova proteina da un meteorite: possibili forme di vita nello spazio?

Emolitina: una nuova proteina portata da un meteorite

Ci siamo chiesti più volte se fosse possibile trovare forme di vita nello spazio e più volte abbiamo semplicemente sognato in grande o parlato per ipotesi. Adesso una notizia ancora incerta giunge a noi e ci spinge nuovamente a sognare, ma stavolta con un po’ di concretezza in più.

Secondo un articolo di arXiv sarebbe infatti emersa, dal meteorite Acfer 086, una presunta proteina extra-terrestre a cui si è dato il nome di emolitina.

Sebbene non sia la prima volta che gli scienziati trovano sostanze compatibili con la vita in meteoriti (come ad esempio il ribosio), non era ancora mai stata trovata una proteina. Incerti sono però i pareri sulla molecola: seppur infatti sia stata confermata la sua provenienza dallo spazio, non è ancora del tutto chiara la sua natura chimica.
John Brucato afferma a tal proposito “prematuro parlare di proteina: si tratta, piuttosto, di un oligomero, cioè di una semplice catena di amminoacidi“.

Ritrovamento e struttura

Il meteorite in questione non è una nuova scoperta, si tratta infatti di un ritrovamento di 30 anni fa in Algeria, conservato poi in un museo. In seguito, una squadra di ricercatori coordinata dal fisico Malcolm McGeoch, ha analizzato nuovamente il meteorite, avvalendosi stavolta di nuove tecniche e in particolare utilizzando la spettroscopia di massa MALDI. In questo modo si sono resi conto della presenza di amminoacidi di glicina legati ad altri elementi quali ferro, litio e ossigeno.

Da ricerche ancora più approfondite si è inoltre scoperto che la glicina non si trova in forma isolata ma fa bensì parte di una molecola più complessa: l’emolitina. Infine, un altro aspetto importante, è il rapporto tra deuterio (isotopo dell’idrogeno) e idrogeno (D/H). Tale rapporto, in cui il deuterio appare estremamente elevato, evidenzia la provenienza extra-terrestre della proteina e in particolare suggerisce la sua provenienza dal disco proto-solare o da nuvole molecolari interstellari.

Struttura dell’emolitina. In bianco vengono rappresentati gli atomi di idrogeno, in arancione il litio, in grigio il carbonio, in rosso l’ossigeno, in blu l’azoto e in verde il ferro.
È possibile osservare la presenza alle estremità la presenza di litio, ossigeno e ferro, mentre al centro troviamo catene peptidiche anti-parallele di glicina.
Figura 1: Struttura dell’emolitina. In bianco vengono rappresentati gli atomi di idrogeno, in arancione il litio, in grigio il carbonio, in rosso l’ossigeno, in blu l’azoto e in verde il ferro. È possibile osservare alle estremità la presenza di litio, ossigeno e ferro, mentre al centro troviamo catene peptidiche anti-parallele di glicina

Possibili teorie

Come accennato prima, la scoperta di questa proteina potrebbe avere importanti implicazioni nella scoperta di nuove forme di vita extra-terrestri. La presenza di una chimica cosi complessa nello spazio potrebbe infatti essere un indice della diffusione universale della vita.

Inoltre, da recenti studi effettuati sulla Stazione Spaziale Internazionale, si è mostrato che le proteine sono facilmente prodotte nello spazio, a causa della bassa forza di gravità.

Infine, bisogna comunque considerare l’ipotesi che la molecola trovata non sia in realtà considerabile come una vera e propria proteina. Potrebbe infatti trattarsi più generalmente di un polimero, classe a cui appartengono anche le proteine.

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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