Chi avrebbe mai immaginato che le acque reflue potessero essere la chiave di lettura di questa pandemia, anticipando le “mosse” del Coronavirus?
L’idea
In passato le acque reflue sono servite per la biosorveglianza di Poliovirus e Norovirus ed è proprio da qui che nasce l’idea di usare la stessa tecnica per rintracciare Coronavirus. Anche in questo caso possiamo ritrovare Coronavirus nel tratto gastro-intestinale e come dimostrato in uno studio effettuato nel Connecticut, l’andamento del virus nelle fogne rispecchia l’evoluzione dei casi di Covid-19 di circa una settimana prima dell’inizio di un nuovo focolaio.
Coronavirus nelle acque reflue del Connecticut
Quotidianamente, dal 19 Marzo al 1 Maggio 2020, l’Università di Yale, ha analizzato gli scarichi civili di un impianto di trattamento di New Haven (Connecticut). Confrontando la quantità di RNA di SARS-COV-2 nei reflui con i casi ospedalizzati, è chiaramente netta la correlazione tra i due dati. Il monitoraggio delle acque reflue anticipa di una settimana il picco dei ricoveri per il Covid-19 (figura 2).
In Italia
Nel frattempo, in Italia, Giuseppina La Rosa del Reparto di Qualità dell’Acqua e Salute del Dipartimento di Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con Elisabetta Suffredini del Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità pubblica veterinaria, dal 2007 raccolgono e analizzano campioni di acque nere d’ingresso agli impianti di depurazione. Dall’esame di 40 campioni prelevati da Ottobre 2019 a Febbraio 2020 e 24 controlli negativi riferiti a Settembre 2018 e Giugno 2019, è stata rilevata la presenza di RNA di SARS-Cov-2 nei campioni di Milano e Torino il 18/12/2019 e a Bologna il 29/01/2020. Inoltre, nelle medesime città, si è riscontrata nuovamente positività al Coronavirus, nelle acque di Gennaio e Febbraio 2020.
Luca Lucentini, Direttore del Reparto Qualità dell’Acqua e Salute, conferma che il monitoraggio costante delle acque reflue delle fogne e d’ingresso a impianti di depurazione è un valido studio epidemiologico sulla circolazione del virus. Si è creata una rete di sorveglianza ambientale tra i laboratori dell’ISS e la collaborazione di gestori della rete idrica e strutture ospedaliere regionali.
Progetto SARI-CAMPANIA
Visti gli ottimi risultati ottenuti nel nord Italia, anche la Campania sulla base della medesima tecnica, ha seguito il progetto di sorveglianza ambientale di Sars-CoV-2 nelle acque reflue in Italia (Sari). A partecipare al progetto sperimentale sono il Consorzio Interuniversitario Cugri (Centro interuniversitario di previsione e prevenzione dei grandi rischi, a cui partecipano Università di Napoli Federico II e Università di Salerno), Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno e Arpa Campania. Il responsabile scientifico è il prof. ing. Vincenzo Belgiorno del Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università di Salerno, affiancato dalla prof.ssa Maria Triassi del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università Federico II di Napoli.
Conclusioni
I risultati finora ottenuti, dalle analisi di scarichi civili di tutto il mondo, confermano che mediante il loro monitoraggio, si può prevenire l’inizio di focolai. Tale tecnica potrà essere un valido supporto per i nostri enti sanitari.
Fonte
- https://www.iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/cs-n%25C2%25B039-2020-studio-iss-su-acque-di-scarico-a-milano-e-torino-sars-cov-2-presente-gi%25C3%25A0-a-dicembre
- http://www.arpacampania.it/home/-/asset_publisher/pGk7/content/monitoraggio-del-coronavirus-nelle-acque-reflue-al-via-il-progetto-sari_campania?redirect=http%3A%2F%2Fwww.arpacampania.it%2Fhome%3Fp_p_id%3D101_INSTANCE_pGk7%26p_p_lifecycle%3D0%26p_p_state%3Dnormal%26p_p_mode%3Dview%26p_p_col_id%3Dcolumn-2%26p_p_col_count%3D3
- https://www.focus.it/scienza/salute/covid-le-acque-di-fogna-rivelano-i-focolai
- Immagine in evidenza Photo by Mohammad Rezaie on Unsplash