Caratteristiche del virus dell’influenza
Il virus dell’influenza appartiene alla famiglia Orthomyxoviridae (virus a RNA a singolo filamento con polarità negativa). Dei virus influenzali appartenenti a questa famiglia solo 4 causano questa malattia:
- virus di tipo A: tipica influenza; può infettare sia l’uomo che altri animali, in base alle due proteine di superficie HA (emoagglutinina) e NA (neuramaminidasi) si divide in due gruppi e in diversi sottotipi.
- virus di tipo B: tipica influenza, si conoscono la linea Yamagata e Victoria
- virus di tipo C: infezioni generalmente asintomatica o semplice raffreddore
- virus di tipo D: modalità di infezione sull’uomo poco chiara.
Le proteine del Virus dell’influenza
Questo virus è costituito da 8 segmenti di RNA a single strand con polarità negativa, le 11 proteine sono codificate da 13588 basi. Le proteine in questione sono:
- HA o emoagglutinina è proteina superficiale, codificata dal segmento 4 consente l’attacco e l’ingresso del virus perché permette il legame con i recettori della cellula ospite, costituiti da acido sialico.
Due sono i recettori per HA: recettore α-2,3 è per l’influenza aviaria; recettore α-2,6 è per l’influenza umana.
- NA o neuraminidasi è proteina superficiale, codificata dal segmento 6, facilita la propagazione dell’ RNA virale.
- PA, PB1, PB2 codificate dai segmenti 3, 2 ed 1 sono delle polimerasi virali. PB1-F2 codificata dal segmento 2 è coinvolta nell’attività pro-apoptotica.
- NP codificata dal segmento 5, è una nucleoproteina associata alle ribonucleoproteine virali; svolge un ruolo importante nella replicazione del virus.
- M1 e M2 codificate dal segmento 7, sono delle proteine della matrice, svolgono un ruolo nell’assemblaggio, nella morfologia e nel budding ( gemmazione) dei virus neoformati.
- NS1 e NS2 (o NEP) codificate dal segmento 8, si tratta di proteine non strutturali. NS1 è coinvolta nella inibizione dell’espressione dei geni della cellula ospite e regola la sintesi dell’RNA virale; NS2 media l’esportazione dei virus neoformati dal nucleo al citoplasma della cellula infetta.
Il ciclo vitale
Una volta avvenuto il legame tra HA del virus e il recettore della cellula ospite costituito da acido sialico si forma una vescicola con dentro il virus detta endosoma, l’RNA virale quindi grazie all’endosoma fa endocitosi ed entra nella cellula ospite. Nel citoplasma si verificano una serie di modifiche strutturali da parte dell’ emoagglutinina HA, ciò favorisce un legame tra la membrana dell’endosoma (con dentro l’RNA a single strand) con quella del virus, questo comporta alla fuoriuscita degli 8 segmenti dell’RNA nel citoplasma. Qui sono importati nel nucleo, perché gli RNA a single strand negativi devono essere trascritti in RNA a single strand con polarità positiva, a questo punto è possibile la traduzione in proteine dei segmenti con assemblaggio e gemmazione della particella virale all’esterno della cellula.
Storia ed epidemiologia del virus dell’influenza
Secondo la storia Ippocrate circa 2400 anni fa ha tratto per la prima volta i sintomi di questo virus. Il primo isolamento nell’uomo risale al 1933 in Inghilterra ma da allora diverse sono state le epidemie e pandemie in particolare quattro sono le pandemie che hanno portato ad un numero di morti che possiamo equiparare a quello delle guerre. Le 4 pandemie sono state causate da virus differenti.
- 1918-1919 influenza spagnola: virus H1N1 di origine aviaria; origine geografia incerta, prime epidemie in USA e CINA; 20-50 milioni di morti (prima guerra mondiale 1914-1918 più di 20 milioni di morti)
- 1957-1958 influenza asiatica: virus H2N2 da riassortimento aviario/umano; Singapore e Hong-Kong; più di 1 milione di morti
- 1968-1969 influenza Hong-Kong: virus H3N2 da riassortimento aviario/umano; primi casi ad Hong-Kong; più di 1 milione di morti
- 2009-2010 influenza suina; virus H1N1 di origine suina; primi casi in USA e Messico; più di 200.000 morti (principalmente bambini e giovani)
L’incredibile capacità di mutazioni
La particolarità di questo virus sta nella capacità di mutare, di acquistare una maggiore capacità infettante grazie ad una ricombinazione tra le proteine che permette di aggirare la barriera immunitaria della persona, ciò grazie a due fenomeni: antigenic drift e antigenic shift.
Antigenic drift
Il cosiddetto Antigenic drift o deriva antigenica: conferisce alle proteine di superficie HA e NA un nuovo profilo antigenico, possibili errori durante la replicazione del RNA virale possono portare a delle mutazioni, di conseguenza se il sistema immunitario era entrato in contatto con un ceppo parentale di HA e NA grazie alla deriva antigenica non sarà in grado di riconoscere il virus e quindi la persona è probabile che sia soggetta ad infezione.
Antigenic shift
Tipico del virus influenzale di tipo A, consiste in un scambio o riassortimento di materiale genico tra virus diversi (del ceppo A) ma che coinfettano la stessa cellula. Questo può portare ad un virus con maggiore patogenicità. Le categoria a rischio sono bambini, anziani, donne in gravidanza, malati cronici.
Modalità di trasmissione
Il virus influenzale si trasmette per lo più per via aerea mediante la produzione di goccioline di saliva che la persona infetta produce tossendo, starnutendo o mentre parla. La modalità di trasmissione negli ambienti chiusi e affollati è relativamente alta. L’influenza non solo viene trasmessa in maniera diretta ma anche indirettamente, toccando superfici contaminate dal virus.
Sintomi
Febbre alta per 3 o 4 giorni, tosse, congestione nasale, debolezza, perdita di appetito, mal di gola, mal di testa, mialgia.
L’influenza non deve essere confusa con il raffreddore, che è causato da virus quali Rhinovirus, Adenovirus, Coronavirus, ecc.
L’influenza può portare a complicanze come: polmonite virale primaria dove avremo una febbre persistente, dispnea e cianosi; infezione batterica delle vie respiratorie o nota come polmonite batterica secondaria, qui avremo bronchite; infezione batterica all’orecchio, in questi casi si ha otite, sinusite; nelle persone diabetiche può portare ad un’alterazione della glicemia; nei casi di gravidanza porta a parto prematuro.
Altre complicazioni dell’influenza ma meno comuni sono tonsillite, meningite, encefalite, miocardite, danno alla muscolatura liscia.
Trattamento
L’uso di farmaci anti-influenzali per una questione di routine non è raccomandato, dal momento che può causare effetti collaterali e può portare allo sviluppo di virus resistenti. Per questo si raccomanda la vaccinazione. Tuttavia la forma dell’immunogeno è cambiata negli anni.
Ogni anno l’OMS grazie al GISRS, Sistema globale di sorveglianza e di risposta all’influenza, approva un vaccino per i diversi sottotipi di virus influenzali circolanti. La buona riuscita della campagna di vaccinazione anti-influenzale dipende dalle caratteristiche del soggetto vaccinato (stato di salute, età) ma anche dalla corrispondenza tra ceppo circolante e ceppi inclusi del vaccino.
Fonti
- https://www.epicentro.iss.it/influenza/tec
- https://www.unisr.it/news/2018/9/da-virus-dellinfluenza-pandemica-a-stagionale-identificate-l e-4-mutazioni-responsabili
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12429695/ Steinhauer DA, Skehel JJ. Genetics of influenza viruses. Annu Rev Genet. 2002;36:305-32. doi: 10.1146/annurev.genet.36.052402.152757. Epub 2002 Jun 11. PMID: 12429695.
- https://flutrackers.com/forum/forum/forum-italiano/729721-analisi-il-virus-dell-influenza-visto da-vicino-aspetti-strutturali-e-ciclo-vitale
- https://www.epicentro.iss.it/passi/storiePandemia
- https://www.microbiologiaitalia.it/batteriologia/emergenza-e-diffusione-delle-infezioni/