Farmaci Ansiolitici

La pandemia che stiamo affrontando dal 2020 ha sicuramente aumentato le problematiche legate ai disturbi d’ansia. L’ansia assume aspetto patologico quando non è dettata dalla situazione emotiva o ambientale in cui ci si trova, ed è in grado di alterare tutte le attività sociali, sportive, lavorative e ricreative dell’individuo. Per il trattamento dei disturbi d’ansia sono utilizzati una serie di farmaci definiti ansiolitici.

Indicazioni e controindicazioni terapeutiche

I disturbi d’ansia comprendono una serie di condizioni emotive in grado di determinare la comparsa di fenomeni patologici. Mutismo selettivo, fobia specifica, panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi correlati a patologie o eventi traumatici o stressanti, agorafobia, ansia sociale, sono solo alcuni dei riscontri dati dai disturbi d’ansia. Sono un problema estremamente attuale, considerando che la pandemia attuale ne ha accentuato la gravità ed aumentato la comparsa. 

I fattori responsabili della comparsa di questi disturbi sono molteplici, ma dal punto di vista biologico l’attenzione si è concentrata particolarmente su 3 neurotrasmettitori: 

Cambiamenti o variazioni a livello della trasmissione GABAergica, serotoninergica o noradrenergica sono sicuramente in stretta relazione con i disturbi. Proprio su questo aspetto si concentra l’azione dei farmaci ansiolitici.

Prima di ricorrere a questi ultimi però si dovrebbero affrontare i disturbi d’ansia attraverso pratiche rieducative comportamentali, tramite uno psicoterapeuta di tipo cognitivo comportamentale, o anche, dove possibile, ricorrere al consumo di prodotti naturali, quali ad esempio la valeriana, in grado di determinare un rilassamento nei soggetti ansiosi. Ricorrere ai farmaci deve essere un’ultima soluzione, in quanto non sono farmaci esenti da inconvenienti patologici o comportamentali. 

Ci sono, inoltre, condizioni patologiche controindicate per l’assunzione di determinati farmaci. Le benzodiazepine sono controindicate in presenza di miastenia grave, insufficienza respiratoria, apnea notturna, insufficienza epatica, anche durante la gravidanza e in bambini e adolescenti. Gli antistaminici sono altamente controindicati in pazienti affetti da porfiria, in pazienti allergici alla cetirizina, e soprattutto in gravidanza o allattamento. I pazienti allergici sono da tenere in stretto controllo per la somministrazione di questi farmaci. Gli antipertensivi, chiaramente, sono controindicati in pazienti con patologie cardiache o che stanno seguendo terapie affini.

Meccanismo d’azione

I farmaci ansiolitici più impiegati sono sicuramente le benzodiazepine. Interagiscono direttamente con il neurotrasmettitore GABA (acido γ-amminobutirrico), la principale molecola capace di inibire l’attività elettrica cerebrale, sia a livello neuronale che nel midollo spinale. Inoltre, GABA riveste un ruolo decisivo nell’inibire la trasmissione dell’impulso nervoso. I recettori con la quale GABA determina la sua funzione sono essenzialmente 3, GABA-A, GABA-B e GABA-C, ma su GABA-A è presente un sito di legame specifico in grado di legare le benzodiazepine. Qui vanno ad interagire i farmaci, attivando la minore presenza di attività elettrica cerebrale.

Oltre alle benzodiazepine sono utilizzati farmaci non prettamente specifici, ma che hanno mostrato attività utili al trattamento dei disturbi d’ansia. Sono definiti Ansiolitici atipici, e comprendono farmaci antidepressivi, antistaminici, antipertensivi e barbiturici. 

Tra gli antidepressivi abbiamo gli inibitori della ricaptazione della serotonina, detti anche SSRI, e gli inibitori della ricaptazione della serotonina/norepinefrina, chiamati SNRI. Entrambi agiscono inibendo il trasportatore responsabile della ricaptazione della serotonina (chiamato SERT), e determinando una maggiore permanenza di serotonina, norandrenalina o norepinefrina nella terminazione nervosa. Questo aspetto mostra un miglioramento nei disturbi d’ansia. 

Figura 1 Meccanismo d'azione dei farmaci SSRI per l'effetto ansiolitico
Figura 1 – Meccanismo d’azione dei farmaci SSRI per l’effetto ansiolitico

Inoltre, tra gli antidepressivi rientrano anche gli azapironi, che agiscono come agonisti del recettore 5-HT1A della serotonina, antagonista di D2 della dopamina e parziale agonista del recettore α1, determinando diminuzione serotoninergica e potenziamento dopaminergico e noradrenergico.

Tra gli antistaminici va citato il farmaco idrossizina, antistaminico in grado di agire da antagonista verso il recettore 5-HT1A della serotonina, D2 della dopamina e α1 per l’adrenalina e la noradrenalina. Di fatto, come un farmaco antidepressivo. 

Per gli antipertensivi si utilizzano gli antagonisti dei recettori β-adrenergici della noradrenalina, conosciuti come β-bloccanti. Non agiscono prettamente contro l’ansia ma ne limitano i sintomi, riducendo tremori, palpitazioni o tachicardia.

Infine, i barbiturici che interagiscono con i recettori GABA-A, aumentandone la permeabilità agli ioni cloruro, che determina una depressione neuronale. In più bloccano i recettori AMPA e Kainato, eccitatori, con un effetto calmante. Sono però considerati farmaci a ristretto indice terapeutico e tossici, per cui non sono più utilizzati come ansiolitici, o solo in rari casi.

Principi attivi e farmacocinetica

Le benzodiazepine sono costituite da un anello aromatico benzenico e da un anello diazepinico di sette atomi, cinque di carbonio e due di azoto, con un radicale fenilico in posizione 5. Hanno comunque molte differenze di struttura tra una molecola e un’altra, differenze che si ripercuotono sull’azione farmacologica. Si somministrano per via orale, rettale ed endovenosa. Estremamente liposolubili, arrivano in tutti i tessuti, e sono anche in grado di attraversare la placenta. Emivita che va da poche ore fino ad alcuni giorni. Metabolizzate nel fegato ed eliminate per via urinaria nell’80% circa e fecale nel 10% circa.

Figura 2 Struttura chimica delle Benzodiazepine
Figura 2 – Struttura chimica delle Benzodiazepine

Gli antidepressivi si differenziano per principio attivo ed utilizzo. Non si può generalizzarli in un unico principio. Tra i più conosciuti abbiamo la fluoxetina, la sertralina, citalopram, la paroxetina e la fluvoxamina. Sono assorbiti molto velocemente per via orale, raggiungendo il picco plasmatico in 2-3 ore, metabolizzati a livello epatico ed eliminati per via renale. 

Gli antipertensivi sono un’ampia classe di farmaci e principi attivi. Propranololo, Nadololo, Timololo, Pindololo, Alprenololo, Labetalolo, Metoprololo, Atenololo, Esinololo, Acebutolo rientrano in questa categoria. Sono somministratiper via orale, metabolizzati a livello epatico, ed eliminati per via renale.

L’idrossizina è sintetizzata tramite alchilazione dell’1-(4-clorobenzoidril) piperazina con 2-(2-idrossietossi) cloruro di etile. Può essere somministrata per via orale o intramuscolare. Dopo la somministrazione orale è rapidamente assorbita a livello gastroenterico e distribuita nei tessuti. Ha emivita compresa tra 7 e 20 ore, ed infine eliminata nelle urine.

Reazioni avverse ed interazioni

Le benzodiazepine, le più utilizzate, raggiungono un notevole indice terapeutico, ma sono capaci di indurre sedazione, sonnolenza, confusione, depressione, disturbi della coordinazione, atassia ed anche disturbi della memoria. Inoltre, devono essere utilizzate con estrema cura in soggetti che abusano di alcool. In più, non vanno utilizzate per lunghi periodi di tempo in quanto possono determinare la comparsa di assuefazione, dipendenza e tolleranza. 

Molti di questi farmaci ansiolitici sono metabolizzati dall’enzima citocromo P450 nel fegato, per cui i farmaci che ne impediscono la funzionalità determinano delle interazioni. Contraccettivi orali, alcuni antibiotici, antidepressivi, riducono la velocità di eliminazione delle benzodiazepine, creando un accumulo di farmaco ansiolitico. Mentre l’antibiotico rifamicina, gli anticonvulsionanti, inducono il citocromo P450, per cui velocizzano l’eliminazione del farmaco ansiolitico.

Figura 3 Struttura del citocromo P450
Figura 3 – Struttura del citocromo P450

Va inoltre evitato il consumo di bevande alcoliche, poiché in grado di potenziare l’effetto ansiolitico del farmaco. Determinando eccessiva sedazione, problemi respiratori, aritmie e collassi.

Gli antidepressivi vengono a volte utilizzati anche se l’effetto ansiolitico si raggiunge in giorni o settimane. Sono ben tollerati, ma spesso si riscontrano cefalea, vertigini, diarrea, vomito, nausea ed eccessiva sudorazione, insonnia, confusione, depressione e tremori. In rari casi sono stati segnalati anche allucinazioni, psicosi e convulsioni.

Anche per questi farmaci va evitata la contemporanea somministrazione di antipsicotici, ipnotici, oppioidi, anestetici e antiepilettici poiché la loro interazione determina una eccessiva depressione del sistema nervoso centrale. Da evitare i contraccettivi orali, e assolutamente il consumo di alcol.

Possono essere utilizzati, come ansiolitici, i farmaci antipertensivi, che però a volte manifestano scompensi cardiaci, rallentamento cardiaco, blocco cardiaco, confusione, eruzioni cutanee e anche perdita di capelli. Per questa categoria di farmaci, sono da evitare i FANS, la digossina, gli anticoagulanti, l’insulina, la lidocaina, anestetici e antidepressivi, poiché la loro interazione potrebbe ripercuotersi sull’aspetto cardiaco.

I farmaci antistaminici mostrano effetti benefici per il trattamento dei disturbi d’ansia, ma anche in questo caso sono segnalati casi di sonnolenza, tremori, vertigini, convulsioni, disturbi psichiatrici, nausea, vomito, epatiti ed anche orticaria.

In concomitanza agli antistaminici sono da evitare gli inibitori delle monoammino ossidasi (IMAO, usati in depressione) in quanto l’interazione deprime maggiormente il sistema nervoso. Anche alcuni antibiotici per evitare tossicità. Ed inoltre, alcuni antistaminici si comportano da antagonisti dell’adrenalina.

Fonti

  • //www.ipnosiregressiva.it/blog/813/ssri-withdrawalsyndrome-sindrome-da-astinenza-vitaminad-lacetilcarnitina-angelo-bona.html
  • //it.wikipedia.org/wiki/Benzodiazepine
  • //www.wikiwand.com/it/Citocromo_P450
  • www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/inibitori-selettivi-reuptake-serotonina.html
  • //it.wikipedia.org/wiki/Buspirone
  • www.saperesalute.it/ansiolitici
  • www.ipsico.it/psicofarmaci/benzodiazepine-e-ansiolitici/
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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino, creatore ed amministratore di Microbiologia Italia, primo sito di divulgazione microbiologica in Italia. Sono laureato in biologia e molto appassionato di tecnologia, cinema, scienza e fantascienza. Sono Siciliano ma vivo e lavoro in Basilicata come analista di laboratorio microbiologico presso una nota azienda farmaceutica. Ho creato il portale di Microbiologia Italia per condividere conoscenza ed informazioni a chiunque fosse interessato a questa bellissima scienza. Potete trovare tutti i miei contatti al seguente link: https://linktr.ee/fcentorrino.

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