Albert Calmette (Figura 1) fu un medico e microbiologo francese, figura di spicco della rinomata “scuola Pasteur”. Il suo operato vasto è specchio dei suoi interessi, dei suoi viaggi e della sua personalità estremamente curiosa e, certamente, dotata di un genio non comune. Fortuna vuole, in realtà, che Calmette condivise queste caratteristiche con un suo coetaneo, proveniente dalla stessa scuola e protagonista di una storia straordinaria: Alexandre Yersin.
Biografia
Albert Calmette nacque il 12 Luglio del 1863 a Nizza, nota località francese sulla costa Azzurra e capoluogo del dipartimento delle Alpi Marittime. Conseguì il suo diploma nel Lycée Saint-Louis di Parigi, uno storico ex collegio che Napoleone volle risollevare quale liceo imperiale. Successivamente frequentò la scuola di medicina navale di Bres e nel 1883 ottenne il titolo di medico della marina. Naturalmente, questo lo portò a partire per soggiornare presso alcune colonie francesi.
La prima tra queste fu Hong Kong, dove si interessò alla malaria, su cui poi elaborò la sua tesi di laurea del 1886. L’anno dopo venne inviato a Saint-Pierre e Miquelon, al largo delle coste canadesi e successivamente in due colonie nell’Africa occidentale, Gabon e Congo dove, oltre alla malaria, si interessò alla malattia del sonno e alla pellagra.
La collaborazione con Louis Pasteur
Nel 1890 frequentò a Parigi un corso di microbiologia presso il laboratorio di Roux, stretto collaboratore di Louis Pasteur e lo stesso che contribuirà alla fondazione dell’istituto Pasteur. Poco dopo iniziò la collaborazione con Pasteur dal quale fu incaricato di aprire una sede dell’istituto nella città di Saigon, in Vietnam, per la produzione di vaccini contro la rabbia. Inoltre Albert Calmette partecipò alla produzione del primo antisiero per la peste, insieme ad Alexandre Yersin, scienziato che ne aveva scoperto l’agente eziologico. In seguito, partecipò attivamente a contrastare un’epidemia di peste in Portogallo. Nel 1895 ottenne da Roux la direzione della sede dell’Istituto Pasteur nella città di Lilla che manterrà per ben 25 anni.
La lotta contro la tubercolosi
Albert Calmette fu un personaggio di spicco nella lotta alla tubercolosi. Nel 1901 fondò un dispensario per la lotta a questa malattia, chiamato poi Dispensaire Calmette, per la prevenzione e l’assistenza gratuita e generalizzata dei malati. Nel 1904 fondò l’associazione Ligue du Nord contre la Tuberculose, ancora esistente, per sensibilizzare la lotta alla tubercolosi. Inoltre Calmette realizzò una tecnica diagnostica della malattia basata su una reazione allergica alla tubercolina (oftalmoreazione di Calmette) e, in collaborazione con Camille Guérin, un metodo per la vaccinazione preventiva antitubercolare per mezzo di un batterio attenuato. Il vaccino BCG fu utilizzato per la prima volta nell’uomo nel 1921 e fu utilizzato solo dopo la seconda guerra mondiale nel corso delle massicce vaccinazioni effettuate in Europa dal 1945 al 1948 nell’ambito della “International Tuberculosis Campaign or Joint Enterprises”.
Durante la prima guerra mondiale, Calmette ottenne la nomina di vice direttore della Sanità nella prima regione militare di Lilla, ma non poté raggiungere la sede perché la città fu occupata dalle truppe tedesche. Organizzò comunque gli ospedali militari ausiliari. Nel 1917 divenne vice-direttore dell’Istituto Pasteur di Parigi. Fu poi accolto nell’Académie de médecine (1919) e nell’Académie des sciences (nel 1927). Morì a Parigi il 19 Ottobre del 1933.
Il vaccino contro la tubercolosi
Dopo la scoperta del Mycobacterium tuberculosis come organismo eziologico della tubercolosi da parte di Robert Koch nel 1882, iniziò una “competizione” tra gli scienziati per sviluppare un vaccino. La TBC, infatti, stava continuando a mietere vittime, soprattutto nelle città europee in piena rivoluzione industriale. Nel 1908, Albert Calmette, insieme a Camille Guérin, iniziò a studiare un vaccino efficace presso l’Istituto Pasteur di Lille, in Francia. I due scelsero di partire dal “Lait Nocard”, un ceppo virulento di Mycobacterium bovis proveniente da una mucca con mastite tubercolare. Sottoposero questo organismo a subcoltura ogni 3 settimane su un terreno glicerinato di manzo-bile-patata, un mezzo di coltura ideato appositamente per lo studio di uesto vaccino. Dopo 13 anni e più di 200 passaggi, l’organismo venne finalmente attenuato in una forma non virulenta indebolita. Calmette e Guérin diedero i loro nomi a questo ceppo di M. bovis e il vaccino risultante divenne noto come BCG (Bacillus Calmette-Guérin).
I primi utilizzi
Nel 1921, i medici Benjamin Weill-Halle e Raymond Turpin somministrarono per via orale il primo vaccino BCG a un neonato, la cui madre era morta di tubercolosi all’ospedale Charité di Parigi. Il bambino non mostrò effetti collaterali dal vaccino, né sviluppo la malattia, nonostante l’esposizione materna.
Nei successivi 3 anni, 217 bambini parigini verranno vaccinati con successo contro la tubercolosi. Iniziò di conseguenza la produzione di massa del vaccino BCG presso l’Istituto Pasteur. La Società delle Nazioni nel 1928 ne certificò la sicurezza e i programmi di vaccinazione continuarono senza incidenti fino al 1930, quando si verificò quello che sarebbe poi stato conosciuto come il “disastro di Lubecca”, in cui 72 neonati a Lubecca, in Germania, morirono dopo aver ricevuto la vaccinazione BCG. Sebbene in seguito gli scienziati dimostrarono che la loro morte era dovuta alla contaminazione accidentale dei preparati vaccinali con un ceppo virulento di M. tuberculosis, la vaccinazione BCG subì una grave battuta d’arresto e l’entusiasmo per il suo utilizzo svanì rapidamente. Tuttavia, una recrudescenza della tubercolosi durante la seconda guerra mondiale riportò al diffuso ritorno della vaccinazione BCG.
Nel 1974, l’OMS ha creato il “Programma esteso sull’immunizzazione” per garantire l’accesso universale di madri e bambini ai vaccini. La vaccinazione intradermica (ID) BCG alla nascita è stata inclusa in questo programma sin dall’inizio, con la conseguente somministrazione di oltre 4 miliardi di vaccini fino ad oggi.
Il vaccino ai giorni nostri
I laboratori di sviluppo del vaccino che, sparsi nel mondo, hanno ereditato questo bene prezioso, continuano nella produzione. Quelli arrivati ai giorni nostri sono vaccini ovviamente funzionanti, ma costituiti da ceppi che nel corso del tempo hanno modificato il proprio genoma. A questa varietà corrisponde una risposta immunitaria differente.
Il fatto interessante è che il vaccino BCG ha trovato applicazione anche al di fuori dell’immunizzazione verso la tubercolosi. Con risultati sorprendenti, infatti, gli scienziati hanno utilizzato questo vaccino per contrastare il tumore della vescica non muscolo invasivo. Inoltre, in alcuni modelli animali, il BCG ha presentato una certa efficacia anche contro il melanoma.
BCG e Covid-19
Dati gli effetti protettivi non specifici del BCG contro le infezioni virali, si ipotizza che questi benefici si estendano alla protezione contro COVID-19 attraverso l’induzione di un’immunità “addestrata”. Diversi studi hanno esaminato la correlazione tra le politiche di vaccinazione BCG e la mortalità e morbilità correlate al COVID-19. Ad esempio, i paesi con un programma di vaccinazione BCG per la tubercolosi hanno visto un’incidenza giornaliera inferiore di COVID-19 rispetto ai paesi senza tale programma (0,8 per milione e 34,8 per milione, rispettivamente). Inoltre, sia la mortalità che il tasso grezzo di mortalità dei casi erano inferiori nei paesi con un programma di vaccinazione BCG rispetto a quelli senza (0,08 per milione e 4,1% contro 34,8 per milione e 5,1%,rispettivamente).
Si tratta ovviamente di ipotesi, ancora da accertare viste le tante differenze tra le popolazioni prese in esame. In ogni caso è suggestivo come le scoperte datate di oltre 100 anni possano trovare riscontri pratici anche in problemi odierni.
Contributo scientifico
Albert Calmette dedicò gran parte del proprio tempo agli studi sulla tubercolosi. Grazie a lui, l’umanità ottenne una difesa preziosa contro una malattia ampiamente diffusa.
I suoi studi però trovarono applicazione anche altrove. Nella malaria, come detto, ad inizio carriera, quando solgeva servizio presso la marina ad Hong Kong. Poi, in altre malattie, come la pellagra e la tripasonomiasi o malattia del sonno.
All’istituto Pasteur di Saigon, lavorò inoltre per proteggere la popolazione da altre malattie quali rabbia e vaiolo.
Sempre in Vietnam, Calmette sviluppò un siero efficace per contrastare il veleno del cobra. Tale terapia venne presto ampiamente diffusa in tutto il mondo
Premi e Riconoscimenti
Membro della Royal Society dal 1921, il ricordo di Calmette vive ogni giorno grazie alle sue scoperte che ancora oggi sono estremamente preziose.
Non si contano ormai le vie, piazze, istituti e monumenti dedicati a lui (Figura 2). Albert Calmette fu certamente uno scienziato dalle doti incredibili e una delle più autorevoli figure della scuola francese.