Utilizzo del Drigalski Lactose Agar
Il Drigalski Lactose Agar (agar al lattosio Drigalski, Fig.1) è un terreno di coltura in vitro solido per batteri. Questo terreno è selettivo e differenziale ed è basato sulla capacità dei batteri di fermentare il lattosio. Viene utilizzato principalmente per isolare Enterobacteriaceae ed altri bacilli gram-negativi non fermentatori (NFGNB), compreso Acinetobacter baumannii, da batteri gram-positivi in campioni clinici. Il Drigalski Lactose Agar è utilizzato in ambito clinico per campioni con presenza di flora batterica mista, provenienti da urine, da ferite o dal tratto respiratorio. Le differenziazioni tra batteri su questo terreno sono legate alla combinazione del lattosio con il blu di bromotimolo: i batteri che fermentano il lattosio crescono con colonie di colore giallo, mentre quelle che non fermentano il lattosio sono di colore blu.
Composizione del Drigalski Lactose Agar
I componenti del terreno Drigalski Lactose Agar nei suoi formulati commerciali sono i seguenti:
- 1 L di acqua distillata o deionizzata;
- 15 g di Triptone o Peptone (a seconda del produttore), utilizzato come nutriente;
- 3 g di Estratto di carne, utilizzato come nutriente;
- 3 g di Estratto di lievito, utilizzato come nutriente;
- 1 g di Sodio desossicolato, inibitori dei batteri Gram-positivi;
- 1 g di Sodio tiosolfato, inibitori dei batteri Gram-positivi;
- 15 g di Lattosio;
- 5 mg di Violetto di metile, inibitori dei batteri Gram-positivi;
- 80 mg di Blu di bromotimolo, indicatore della fermentazione del lattosio;
- 11 g di Agar batteriologico, agente solidificante.
Il pH finale del terreno dovrebbe essere di 7.3 ± 0.2 alla temperatura di 25°C.
Preparazione del terreno
Per la preparazione del Drigalski Lactose Agar è necessario sospendere 49,1 grammi di preparato per terreno disidratato (commerciale) in un litro di acqua deionizzata o distillata. Successivamente è necessario portare ad ebollizione la sospensione ed agitare fino a completa soluzione della polvere. A questo punto il terreno può essere sterilizzato in autoclave per 20 minuti a 115°C. Una volta finito il ciclo in autoclave il terreno può essere raffreddato mantenendolo a una temperatura di 47°C, posto in piastre di Petri sterili e lasciato solidificare. Quando il terreno è solido e la superficie è asciutta è possibile inoculare con i campioni selezionati e lasciati in incubazione per 18-24 ore a 37°C.
Risultati di crescita
I batteri che possono fermentare lattosio (come Escherichia coli, Klebsiella and Enterobacter) sono osservabili con colonie gialle con la produzione di acido e terreno giallo intorno. I batteri che non hanno la capacità di fermentare il lattosio (Salmonella, Proteus, Pseudomonas ed altri) producono colonie di colore blu-grigio o verdastro circondate da terreno dello stesso colore.
Specie | Risultati della crescita |
Escherichia coli | Buona–eccellente, colonie e terreno gialli |
Salmonella typhimurium | Buona–eccellente, colonie blu-grigie e terreno blu |
Acinetobacter baumannii | Buona–eccellente, colonie blu-grigie e terreno blu |
Shigella sonnei | Buona, colonie blu-verdastre e terreno blu |
Proteus vulgaris | Buona, colonie blu-verdastre e terreno blu |
Enterococcus faecalis | Da parziale a completa inibizione |
Staphylococcus aureus | Inibita |
Immagini
Limitazioni del terreno
Inizialmente è necessario sapere che, sebbene il Drigalski Lactose Agar permetta di isolare e differenziare le colonie di batteri, per una sicura identificazione di questi microrganismi è importante fare ulteriori analisi. Quest’ultimi sono test immunologici, biochimici, di spettrometria di massa o molecolari e, ipoteticamente, anche di sensibilità agli antibiotici. L’interpretazione dei risultati dei test svolti con il terreno devono essere comunque correlati all’origine del campione, alla storia clinica del paziente e ai risultati di altri test diagnostici. Per di più è importante non incubare per più di 24 ore in quanto questo può provocare viraggio all’alcalinità dei ceppi che fermentano il lattosio. Infine, è possibile vedere fenomeni di sciamatura per alcuni ceppi di Proteus.