Cetacean morbillivirus

Il virus del morbillo dei cetacei (Cetacean morbillivirus ,CeMV) è un virus a RNA isolato da focene, delfini e alcune specie di balena pilota, in cui causa sintomi simili alla polmonite, con disturbi al nuoto, all’immersione ed alla navigazione.

Tursiope che salta
Figura 1 – Un tursiope (Tursiops truncatus), specie vulnerabile al virus del morbillo dei cetacei

Caratteristiche

Il virus del morbillo dei cetacei è tristemente noto al grande pubblico per essere una delle cause di vari spiaggiamenti di cetacei avvenuti in tutto il pianeta. Data la natura sociale soprattutto di delfini e focene, la sua trasmissione è facilitata dagli stretti rapporti all’interno dei pod dei cetacei: la trasmissione avviene così orizzontalmente, sebbene vi siano evidenze di trasmissione verticale durante l’allattamento. I Morbillivirus sono virus linfotrofici e si moltiplicano all’interno del tessuto linfoide per poi attaccare le cellule dei tessuti epiteliali, portando a problemi respiratori con associata immunodepressione.

Recentemente è stata ipotizzata un‘origine terrestre del virus del morbillo dei cetacei; la vicinanza tra il CeMV e i morbillivirus che colpiscono vari ruminanti del clade Cetartiodactyla ha portato a teorizzare un salto di specie precedente al completo adattamento all’ambiente acquatico: successivamente a tale adattamento il virus si sarebbe coevoluto assieme ai suoi ospiti in quanto isolato geneticamente dai ceppi terrestri.

Pod spiaggiato
Figura 2 – Un pod di delfini spiaggiati nel 2007 [Abdolhossein Rezvani]

Filogenesi

DominioRiboviria
RegnoOrthornavirae
PhylumNegarnaviricota
ClasseMonjiviricetes
OrdineMononegavirales
FamigliaParamyxoviridae
GenereMorbillivirus
SpecieCetacean morbillivirus
Tabella 1: Classificazione del Cetacean morbillivirus

Genoma

Il genoma del virus del morbillo dei cetacei è composto da un unico filamento di RNA lineare di senso negativo, lungo poco più di 15 kbp. Comprende sei unità di trascrizione codificanti per sei proteine strutturali del CeMV e due per altrettanti fattori di virulenza:

  • N, proteina del nucleocapside
  • P, fosfoproteina
  • M, proteina della matrice
  • F, glicoproteina di fusione
  • H, glicoproteina emoagglutinina
  • L, RNA polimerasi RNA-dipendente
  • C e V, fattori di virulenza

Il morbillivirus delle focene (Porpoise morbillivirus, PMV) e quello dei delfini (Dolphin morbillivirus, DMV) sono due ceppi virali molto simili tra loro rispetto al virus che colpisce i globicefali (Pilot Whale morbillivirus ); inoltre questi sono a loro volta più simili tra loro rispetto ai ceppi che colpiscono altri mammiferi marini. E’ infine presente un certo livello di differenziazione tra popolazioni virali di mari diversi, ad esempio tra eventi di spiaggiamento spazialmente e temporalmente distanti.

Immagini al microscopio

Istologia virus morbillo cetacei CeMV
Figura 3Osservazioni istologiche degli effetti del CeMV:
A) Infezione di DMV a livello polmonare nel tursiope; indicato un linfonodo infettato
B) Dotto biliare e sezione del fegato di tursiope; indicati inclusioni intranucleari eosinofile nelle cellule dell’epitelio biliare
C) Infezione delle ghiandole dello stomaco in un delfino della Guiana (Sotalia guianensis); indicati granuli di antigeni nel plesso mionterico
D) Infezione a livello cerebrale in Stenella coureloalba

[Van Bressem M. et al, 2014]

Struttura virale

Struttura morbillivirus
Figura 4 – Struttura di un virione di un virus del morbillo [ViralZone]

Metodi di identificazione

La diagnosi e l’identificazione dei virus avvengono spesso dopo la morte, analizzando esemplari purtroppo spiaggiati. L’isolamento avviene solitamente tramite RT-PCR, in grado di discriminare tra PMV e DMV: in questo caso viene usato un primer universale per i morbillivirus; invece per distinguere PMV e DMV si usa un primer che ha come target la regione iper-variabile del genere N. Inoltre sono state impiegate tecniche di immunoistochimica per la ricerca di antigeni collegati al virus del morbillo dei cetacei. Approcci sierologici sfruttano invece metodi come i test di neutralizzazione virale, il saggio delle placche ed il saggio ELISA.

Patogenesi

Come altri morbillivirus, anche il virus del morbillo dei cetacei si replica inizialmente nei tessuti linfoidi per poi propagarsi all’interno delle cellule epiteliali. Ciò avviene sfruttando il flusso sanguigno, sebbene siano presenti eventi di trasmissione tra cellule adiacenti.

Nel caso di un’infezione acuta e sistemica si ha spesso la morte dell’animale, dovuta ad una estesa broncopolmonite interstiziale con necrosi di pneumociti e delle cellule dell’epitelio bronchiale. Successivamente alla malattia acuta, gli organismi che la superano sviluppano problemi legati alla forte immunodepressione che ne consegue; sono così bersaglio di vari patogeni opportunisti, come Toxoplasma gondii. Infine sono presenti casi cronici, in cui l’organismo continua ad avere problemi che possono portare alla morte; in questo caso, essi sono sia derivati dall’immunosoppressione sia dalla presenza di eventuali danni al sistema nervoso centrale. Organismi con malattia cronica sono spesso malconci e scheletrici al momento della morte, che sopravviene solitamente per più fattori.

Infine, un caso particolare è quello in cui, superato il decorso della malattia, si abbiano danni al sistema nervoso centrale con encefaliti, ritrovati in alcune stenelle (gen Stenella).

Fonti

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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