Caratteristiche
Stenotrophomonas maltophilia è un

Nonostante si conosca ancora poco di questa specie batterica, l’infezione può essere spesso riscontrata in pazienti immunocompromessi ed ospedalizzati; il microrganismo è infatti considerato un patogeno nosocomiale associato ad infezioni opportunistiche in pazienti con fibrosi cistica, HIV, neutropenia, BPCO e tumori. S. maltophilia colonizza prevalentemente superfici “umide” con successiva formazione di biofilm, come i tubi per la ventilazione meccanica, i cateteri urinari, i cateteri di aspirazione, i cateteri venosi centrali (CVC) e gli endoscopi. Nei pazienti immunocompetenti che riescono ad arginare l’infezione, di solito S. maltophilia causa raramente polmonite ma al contrario, nei pazienti con deficit immunitari o che necessitano di cure antibiotiche frequenti ad ampio spettro (in caso di FC), può essere causa di polmoniti latenti anche difficili da diagnosticare, a causa della difficoltà di interpretazione delle colture microbiologiche provenienti da campioni respiratori.
La virulenza di S. maltophilia non è, ad oggi, del tutto conosciuta, quindi si raccomanda di manipolare i campioni biologici almeno in laboratori di biosicurezza di livello 2 (BSL-2).
Filogenesi
Dominio | Prokaryota |
Regno | Bacteria |
Phylum | Proteobacteria |
Ordine | Xanthomonadales |
Famiglia | Xanthomonadaceae |
Genere | Stenotrophomonas |
Specie | S. maltophilia |
Morfologia delle colonie
La maggior parte degli isolati di S. maltophilia cresce bene in condizioni di laboratorio standard, in terreni arricchiti ed incubati a 37 °C. Alcuni studi e prove di laboratorio hanno tuttavia dimostrato che, a temperature inferiori generalmente tra 20 e 30 °C, la crescita del microrganismo è notevolmente migliorata. I terreni di coltura di elezione su cui è possibile notare la crescita di S. maltophilia sono generalmente terreni arricchiti, in particolare il Luria Agar Base ed il Lennox L Agar (LB Broth con Agar) arricchiti di cloruro di sodio (NaCl).
La crescita del microrganismo sugli agar sopramenzionati apparirà come piccole colonie circolari leggermente in rilievo, di colore giallo variabile di intensità, da quasi trasparente a giallo intenso. Le colonie, inoltre, non sono emolitiche su agar sangue e non fermentano il lattosio; su agar MacConkey appariranno difatti incolori.

Patogenesi
S. maltophilia è solitamente considerato un germe opportunista. Può essere riscontrato nell’essere umano a livello della flora commensale o come patogeno contaminante negli apparecchi ospedalieri, che ne possono essere fonte di trasmissione. Lo spettro delle manifestazioni cliniche, anche a causa della multi resistenza agli antibiotici che caratterizza questo microrganismo, può essere molto vario. I sintomi primari sono a carico dell’apparato respiratorio, con quadri di polmonite, ostruzione endobronchiale e sovrainfezione bronchiale. Può colpire anche altri distretti, in particolare nei pazienti immunocompromessi e immunodepressi, il cui trattamento deve essere il più mirato e tempestivo possibile, con un quadro clinico di endocardite, pericardite ma anche meningite, infezioni urinarie, gastrointestinali ed ossee. Non di rado può innescarsi un processo di batteriemia il cui tasso di mortalità varia dallo 0 % al 69 %.
Metodi di identificazione
Attualmente i metodi di identificazione riguardano prettamente le tecniche di laboratorio che, partendo da campioni rappresentativi (in particolare l’espettorato o gli agoaspirati bronchiali), possono fornire informazioni utili per la messa in atto della terapia. Oltre alle comuni metodiche di microbiologia che prevedono l’isolamento del germe in coltura, la colorazione di Gram e l’identificazione attraverso il MALDI TOF, alcuni progetti di ricerca hanno messo a punto anche la caratterizzazione molecolare dei determinanti di virulenza, l’analisi proteomica e genomica, al fine di conoscere e studiare in modo più approfondito questo microrganismo di cui attualmente non si sa ancora abbastanza.
Terapia
La terapia in caso di manifestazioni cliniche può essere di supporto, per alleviare i sintomi collegati all’infezione, sia antibiotica verso il germe stesso. Data la multi resistenza di S. maltophilia verso i più comuni antibiotici, in caso di infezione accertata il trattamento dovrebbe comprendere, secondo diversi studi e linee guida, un’associazione di antibiotici battericidi. Oltre alla rimozione dell’eventuale corpo estraneo che potrebbe aver innescato l’infezione (es. CVC), generalmente si utilizzano sia per via orale che parenterale i seguenti farmaci: trimetoprim-sulfametossazolo e tetracicline, ticarcillina-acido clavulanico associata alla ciprofloxacina, oppure una combinazione di ceftazidima, ciprofloxacina e tobramicina a seconda ovviamente delle caratteristiche e della storia clinica del paziente. Anche la colistina si è dimostrata particolarmente efficace nei confronti del microrganismo.
Priscilla Caputi
Fonti
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Crediti immagini