Renato Dulbecco

Biografia

Primi anni

Nato a Catanzaro il 22 febbraio 1914 da madre calabrese e padre ligure, Renato Dulbecco è stato un noto medico, biologo e genetista italiano.

Alla fine della prima guerra mondiale, il padre, facente parte del Genio Civile, fu mandato ad Imperia (Liguria). Qui il figlio Renato frequentò il Liceo; durante le vacanze estive andava sulle spiagge rocciose e in un piccolo osservatorio meteorologico della zona.

Carriera universitaria

Dopo il diploma, a soli sedici anni Renato Dulbecco frequentò l’Università di Torino dove decise di studiare medicina, nonostante una forte passione e predisposizione per la fisica e la matematica. Ebbe la possibilità di lavorare presso l’Istituto di anatomia umana del prof. Giuseppe Levi, dove conobbe Salvador Luria e Rita Levi Montalcini con cui strinse un profondo legame di amicizia. Nel 1936 si laureò in medicina con una tesi di anatomia patologica, premiata con la votazione di 110 summa cum laude e dignità di stampa.

Gli anni della guerra

Renato Dulbecco venne chiamato al servizio militare come ufficiale medico. Durante la seconda guerra mondiale fu inviato prima al fronte francese e poi in Russia. Qui il suo reggimento fu praticamente annientato, e lui riuscì a ritornare in Italia soltanto nel marzo 1943.

Quando l’Italia fu conquistata dall’esercito tedesco, si nascose in un paesino piemontese e si unì alla Resistenza come medico delle unità partigiane locali. Fece poi parte del “Comitato di Liberazione Nazionale” della città di Torino, ma lasciò presto la vita politica per ritornare in laboratorio e all’Università di Torino decise di iscriversi alla facoltà di fisica che frequentò per i due anni successivi.

Ricercatore negli Stati Uniti

Tornò a lavorare a Torino al vecchio Istituto di anatomia umana dove collaborò con Rita Levi Montalcini, la quale lo incoraggiò ad andare negli Stati Uniti per lavorare nella biologia moderna. Anche Salvador Luria, tornato a Torino nel 1946, lo incoraggiò e gli offrì un posto nel suo gruppo di ricerca negli Stati Uniti.

Nel 1947, Renato Dulbecco andò a lavorare con Salvador Luria a Bloomington, presso l’Indiana University, in un piccolo laboratorio, dove scoprì la fotoriattivazione dei fagi inattivati dalla luce ultravioletta.

Nel 1949, Renato Dulbecco andò a lavorare con Max Delbrück nel suo gruppo al California Institute of Technology di Pasadena (Caltech) dove continuò a fare ricerca sui fagi per alcuni anni. Dopodichè iniziò a lavorare sui virus animali analizzandoli con l’innovativo sistema basato sulla formazione di placche, simile a quello che aveva impiegato per i fagi. Il sistema prevedeva l’utilizzo di colture cellulari. In questo modo, Dulbecco con l’assistenza di Marguerite Vogt potè studiare e approfondire le proprietà biologiche del virus della poliomielite. Questo studio fornì un contributo fondamentale allo sviluppo del vaccino antipolio di Sabin. I numerosi successi nella ricerca scientifica lo portarono alla nomina di professore associato di microbiologia, e poi di professore ordinario al Caltech.

Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini
Figura 1 – Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini [Fonte: ilpost.it]

Ricerca oncologica e neoplasie umane

Alla fine degli anni Cinquanta, Renato Dulbecco iniziò ad interessarsi alla ricerca oncologica. Iniziò a fare ricerca sui virus oncogenici al Caltech, e in particolare sul virus del polioma. Il suo lavoro portò alla scoperta di molti aspetti riguardanti l’interazione del virus con le cellule ospiti coinvolte nell’infezione.

Nel 1962 decise di diventare membro del primo nucleo di ricercatori del nuovo istituto ideato da Jonas Salk e si trasferì al Salk Institute for biological research di San Diego. Dal 1965, coadiuvato dalla nuova assistente e consorte Maureen Muir, i suoi esperimenti si concentrarono sul virus SV 40 (Simian Virus 40). Queste nuove ricerche portarono definitivamente a capire che il DNA virale oncogeno si unisce chimicamente a quello della cellula diventando parte integrante del suo materiale genetico. Per questo intenso lavoro, nel 1975 Dulbecco ricevette il premio Nobel per la medicina.

Tra il 1972 e il 1977 fu vicedirettore all’Imperial Cancer Research Fund Laboratories di Londra, dopodichè tornò definitivamente al Salk Institute di cui fu presidente dal 1988 al 1992, e qui divenne poi professore emerito dal 1997 fino alla sua morte.

Negli anni Settanta, Dulbecco decise di cambiare direzione di ricerca, dai virus oncogeni passò alle neoplasie umane, in particolare dedicò i suoi studi al carcinoma della mammella. La nuova ricerca spinse Dulbecco ad un impegno sociale che si sviluppava su due fronti: la denuncia degli effetti cancerogeni del tabacco, e la promozione di identificazione e catalogazione di tutti i geni che compongono il genoma umano.

Il Progetto Genoma Umano

Nel 1985 – 1986, in alcune delle sue conferenze, Renato Dulbecco suggerì l’avvio di un progetto sul genoma umano, e la stessa cosa la scrisse in un articolo pubblicato su Science nel 1986. Dulbecco promuoveva questo progetto, perché tale lavoro avrebbe facilitato e accelerato la comprensione delle mutazioni che avvengono nei tumori.

Il Progetto Genoma Umano iniziò nel 1990 ed è stato un progetto di ricerca scientifica internazionale con l’obiettivo principale di determinare il DNA e di identificare e mappare i geni del genoma umano.

Nel 1992, il Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano coinvolse Renato Dulbecco in qualità di coordinatore per procedere con il Progetto Genoma Italiano. Per seguire il progetto, Dulbecco trascorse molto tempo in Italia. Il progetto italiano andò avanti per cinque anni e fornì alcuni risultati utili, nonostante ci fossero alcune carenze nelle strutture e nei finanziamenti.

Ultimi anni

Nel 1999, Renato Dulbecco entrò nel salotto degli italiani con la conduzione del Festival di Sanremo accanto a Fabio Fazio e Laetitia Casta.

Per presentare sul palco questo grande scienziato, Fabio Fazio decise di utilizzare l’aggettivo coraggioso, proprio perché il coraggio aveva caratterizzato tutta la sua vita a partire dallo studio della medicina, agli anni della guerra partigiana fino al trasferimento negli Stati Uniti.

Dulbecco decise di devolvere il suo compenso per la partecipazione al Festival a favore del rientro in Italia degli scienziati andati a studiare e lavorare all’estero, e di questo oggi ne rimane ancora traccia nel progetto “Carriere Dulbecco” promosso da Telethon.

Renato Dulbecco è morto nel 2012 a La Jolla nei pressi di San Diego, dove risiedeva ormai da anni. Colpito da un infarto pochi giorni prima del suo 98° compleanno.

Dulbecco a Sanremo 1999
Figura 2 – Dulbecco a Sanremo 1999 [Fonte: Ansa.it]

Focus: interazione tra i virus tumorali e il materiale genetico della cellula

Il fatto che i virus possano causare tumori era già stato dimostrato nei primi anni del 1900 da Peyton Rous negli studi sui sarcomi e le leucemie nei polli. Tuttavia, questa osservazione era stata a lungo considerata una curiosità biologica.

Negli anni Cinquanta, Renato Dulbecco e Marguerite Vogt si concentrarono sui virus a DNA, in particolare sul virus del polioma. Scoprirono che il virus del polioma è di forma circolare, e che la sua azione è dipendente dalla cellula ospite e dalle condizioni dell’infezione. Difatti osservarono che il polioma causa la necrosi dei tessuti di embrione di topo in coltura (effetto citocida), mentre induce proliferazione cellulare incontrollata nei tessuti di criceto (effetto neoplastico). I due scienziati scoprirono che entrambi gli effetti portano ad una marcata diminuzione della quantità di particelle virali libere, il che suggeriva un’integrazione fra DNA ospite e parassita.

Dulbecco continuò le ricerche su un altro virus, l’SV 40 (Simian Virus 40). Anche questo tipo di virus altera la proliferazione cellulare in colture di embrione di pollo, criceto e topo. Dulbecco e collaboratori dimostrarono che tra il DNA virale e il DNA cellulare avviene una vera e propria integrazione nella fase di latenza, e si stabiliscono legami permanenti e covalenti. Inoltre il DNA virale si riproduce con quello cellulare, producendo uno specifico antigene (T) anche dopo diverse generazioni.

Gli esperimenti continuarono e si osservò che gli effetti virali (citocida e neoplastico) sulla cellula sono provocati dall’interazione di un numero limitato di geni del DNA cellulare e virale.

Nel 1975, grazie a questi straordinari studi scientifici, Dulbecco ricevette il premio Nobel per la medicina insieme a Howard M. Temin e a David Baltimore, i quali avevano ottenuto risultati analoghi sui virus a RNA.

Contributo scientifico

Renato Dulbecco fu un grande protagonista della ricerca scientifica. Abbiamo già descritto e approfondito i suoi più importanti studi, grazie ai quali è diventato un vero punto di riferimento della scienza. Le attività di ricerca di Dulbecco e dei suoi collaboratori portarono al progresso della virologia molecolare e a un nuovo modo di intendere lo studio del cancro.

Sicuramente, tra i suoi più importanti lavori ricordiamo il grande contributo allo sviluppo di un vaccino efficace contro la poliomielite. Inoltre, nel 1975 è stato insignito del premio Nobel per la medicina grazie alle scoperte riguardanti l’interazione tra virus tumorali e materiale genetico della cellula.

Riconoscimenti

Qui di seguito sono elencati i riconoscimenti che Renato Dulbecco ha ricevuto negli anni della sua lunga e prestigiosa carriera:

  • Premio Lasker per la ricerca medica, 1964.
  • Premio Nobel per la medicina insieme a David Baltimore, Howard M. Temin, 1975.
  • Laurea honoris causa in Scienze dall’Università Yale.
  • Membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana e membro straniero della Royal Society inglese.

Fonti

Crediti delle immagini

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Figura 1:

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Foto dell'autore

Giulia Caso

Biologa a tempo pieno con specifiche competenze in ambito ambientale e alimentare, appassionata di scienza, storia e letteratura. Lavoro in laboratorio per la ricerca e l'analisi dei microrganismi patogeni che vivono e si riproducono nell'ambiente e negli alimenti. Oltre all'attività analitica, mi occupo anche della consulenza alle aziende e della formazione ai lavoratori in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro.

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