Ipotesi igienica e allergie: se l’immunità è compromessa dalla pulizia

Ipotesi igienica

Ad oggi, i paesi occidentali controllano le malattie infettive tramite l’uso di antibiotici e promuovendo le campagne di vaccinazione. Purtroppo, sono aumentati i casi di patologie come le allergie o la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), nei bambini come negli adulti, portando a pensare che un’aumentata igiene in associazione ad una minore esposizione a microrganismi siano corresponsabili dell’aumentata insorgenza di tali patologie.

In altre parole, è come se il nostro sistema immunitario si fosse indebolito di fronte a condizioni prima fisiologiche.

Da tempo si parla infatti di ipotesi igienica, secondo cui lo stile di vita occidentale, fatto di famiglie poco numerose ed uso smodato di antibiotici, in associazione ad una continua ricerca di sterilità e sanitizzazione abbia portato il sistema immunitario ad essere più suscettibile.

Questa teoria non vuole demonizzare l’utilizzo dei sanitizzanti, o sminuire l’igiene personale. Anzi, abbiamo tutti constatato quanto sia importante l’igiene per prevenire infezioni virali. Ma ha avuto davvero senso igienizzare le buste della spesa e cercare di rendere sterile qualsiasi lavaggio di capi o superficie casalinga? Le risposte le troviamo nell’intestino, che modula ed educa il nostro sistema immunitario.

Il caso delle allergie: definizione e sintomatologia

Le reazioni allergiche sono risposte immunitarie inadeguate a sostanze solitamente innocue. Una recente indagine europea ha evidenziato che un cittadino su quattro è allergico, in Italia si stima che lo sia il 20% della popolazione.

Nonostante siamo abituati a pensare che riguardino la popolazione pediatrica, le allergie possono presentarsi a qualunque età ed essere transitorie o permanenti.

Quando un soggetto allergico viene a contatto con l’allergene, nel giro di pochi minuti possono manifestarsi sintomi quali:

  • starnuti
  • naso chiuso o che cola
  • occhi rossi con prurito e lacrimazione
  • respiro sibilante e tosse
  • rossore e prurito sulla pelle
  • manifestazione o peggioramento dell’asma
I soggetti allergici sono destinati a terapie orali croniche, condizioni di chiusura nasale e infiammazione delle vie aeree superiori
Figura 1I soggetti allergici sono destinati a terapie orali croniche.

Nel peggiore dei casi può presentarsi sotto forma di shock anafilattico.

Il microbiota di bambini africani e italiani a confronto

Uno studio italiano del 2010 ha comparato il microbioma fecale di un gruppo di bambini italiani dell’area di Firenze, a quello di un gruppo di bambini del villaggio rurale di Boulpon in Burkina Faso. Gli scienziati hanno trovato, confrontando i due differenti stili di vita, una conferma dell’ipotesi igienica come probabile concausa di un sistema immunitario indebolito. Hanno altresì evidenziato l’importanza del microbiota nel processo di modulazione delle risposte immunitarie.

Attraverso il sequenziamento del DNA ribosomiale 16s ed analisi biochimiche, i ricercatori hanno riscontrato differenze significative tra i due gruppi. In particolare, sono state caratterizzate le abitudini alimentari e di vita di 14 bambini africani e di 15 bambini italiani, esposti ad una tipica alimentazione occidentale basata su un elevato apporto energetico e di proteine e grassi animali, zuccheri semplici e povera in fibra.

Ecco che i risultati hanno rivelato nei bambini africani una percentuale maggiore di Actinobacteria e Bacteroidetes mentre i bambini italiani presentano una percentuale maggiore di Firmicutes e Proteobacteria.

Anche la biodiversità è maggiore nei campioni africani, in cui si osserva, inoltre, una maggiore quantità di SCFA (acidi grassi a catena corta), che sembrano preservare la salute gastrointestinale, prevendendo sia la colonizzazione da parte di batteri patogeni, causa di episodi diarroici (Enterobacteriaceae), sia lo stato di infiammazione locale, causa di vari disturbi come le malattie infiammatorie autoimmuni intestinali (Morbo di Chron e Colite Ulcerosa), intolleranze ed allergie, la cui prevalenza è maggiore nei bambini occidentali.

La modulazione del sistema immunitario passa dall’intestino

L’intestino umano rappresenta un complesso ecosistema in cui una moltitudine di batteri si è co-evoluta con l’ospite, contribuendo al corretto svolgimento di alcune funzioni come la proliferazione e la differenziazione cellulare intestinale, il mantenimento del pH nel lume, lo sviluppo del sistema immunitario e delle risposte innate ed acquisite ai microrganismi patogeni.

Alla nascita dell’individuo, l’intestino umano è considerato sterile, ma viene rapidamente colonizzato, a seguito di un parto naturale, dalla flora batterica vaginale e fecale materna e dai microrganismi dell’ambiente circostante. Successivamente, il latte materno rappresenta una risorsa fondamentale di bifidobatteri e di oligosaccaridi.

La composizione del microbiota è varia e dipende da fattori individuali, fattori ambientali, come l’alimentazione, l’assunzione di antibiotici e farmaci, e dall’esposizione a virus o batteri patogeni e da fattori microbici, come l’adesività, l’attività enzimatica, le strategie metaboliche e la produzione di batteriocine.

I residenti della flora batterica influenzano profondamente l’immunità degli ospiti (Fig. 2). A tal proposito, diversi studi hanno paragonato gli effetti della colonizzazione batterica tra topi germ-free e topi infettati, dimostrando una diversa formazione del tessuto linfoide e, conseguentemente, un diverso sviluppo del sistema immunitario.

Come il microbiota influenza il sistema immunitario dell’ospite
Figura 2 – Come il microbiota influenza il sistema immunitario dell’ospite

Un equilibrio precario

I tessuti del tratto gastrointestinale sono ricchi di cellule mieloidi e linfoidi ed i segnali della flora commensale causano diverse risposte, che risultano essere critiche per il mantenimento dell’omeostasi ospite-microbiota.

Infatti, l’omeostasi intestinale è mantenuta attraverso un sistema che prevede il controllo e l’equilibrio tra cellule potenzialmente infiammatorie, che includono Th1, che produce INFγ; Th17che produce una serie di inteleuchine (IL-17a; IL-22) e cellule potenzialmente antiinfiammatorie come i linfociti T regolatori (Foxp3+ regulatory T cells).

A seconda della predominanza di una specie batterica rispetto ad un’altra, si avrà un accumulo di molecole proinfiammatorie o antiinfiammatorie e questo sottile equilibrio può influenzare la risposta della mucosa ai fattori di stress. 
Si spiega così come un’alterata composizione del microbiota possa risultare in una infiammazione silente generalizzata.

La pericolosità dell’igiene smisurata

Il microbiota intestinale può assumere quindi un ruolo protettivo: la diversità microbica aumenta l’esposizione a diversi antigeni e diverse molecole che, stimolando l’immunità innata, preservano l’individuo dall’insorgenza di allergie alimentari o rinitiche. L’aumentata igiene dei paesi industrializzati sembra aver proprio ridotto il ruolo protettivo dovuto all’esposizione di vari microrganismi e molecole.  

La soluzione nello stile di vita

L’intestino è la nostra prima interfaccia con il mondo esterno, costituendo il primo sito in cui investigare l’influenza dello stile di vita sulle patologie autoimmuni e sulla composizione del microbiota.

Per contrastare l’aumento delle diagnosi di allergie e patologie autoimmuni dovremmo iniziare ad usare con moderazione antibiotici e antimicrobici disinfettanti.

Un utilizzo consapevole di questi strumenti di protezione ed uno stile di vita basato su un approccio alimentare equilibrato, potrebbero contribuire ad una corretta formazione del sistema immunitario da parte di un microbiota intestinale in equilibrio con l’ospite.

Fonti

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