Alla scoperta di Posidonia oceanica: la pianta marina più famosa del mar Mediterraneo
Posidonia oceanica è una pianta marina endemica del Mare Nostrum. Ricopre circa il 2% della sua superficie totale. Anche per … Leggi tutto
Posidonia oceanica è una pianta marina endemica del Mare Nostrum. Ricopre circa il 2% della sua superficie totale. Anche per … Leggi tutto
Il phylum dei Briozoi è composto da invertebrati acquatici, quasi esclusivamente marini ed è rappresentato da uno dei gruppi tassonomici maggiormente presenti in alcune associazioni bentoniche marine. Tra queste la più importante nel Mediterraneo è la biocenosi del coralligeno. I briozoi sono organismi coloniali sessili la cui unità funzionale prende il nome di zooide costituito da un individuo, detto polipide e da una membrana nel quale è racchiuso l’individuo.
Phocanema azarasi verme parassita dei pesci marini diversi casi di infezioni umane in Giappone dovuti al consumo di pesce crudo o poco cotto
I rifiuti marini sono tutti i materiali rilasciati in ambienti costieri e marini dove poi si accumulano. Ancora una volta la plastica la fa da padrona. Come sono messe le spiagge italiane? Scopriamolo grazie all’ indagine Beach Litter di Legambiente.
Sbiancamento dei coralli: tra le cause l’aumento delle temperature e lo stress luminoso. Tutto dipende dal matrimonio metabolico tra i coralli e i dinoflagellati, piccoli organismi unicellulari fotosintetici. Da cosa dipende il colore dei coralli? In cosa consiste lo sbiancamento?
La divisione delle dinofite comprende organismi unicellulari ad organizzazione eucariotica dotati di flagelli. In alcune specie, la parete cellulare può essere costituita da placche di cellulosa che formano una teca resistente. In condizioni favorevoli, tali micro-alghe, possono determinare fioriture con conseguenze negative per molti organismi marini.
Sempre più studi analizzano gli impatti dei rifiuti di origine antropica sugli organismi marini. Quando le meduse si avvicinano ad una possibile preda si attivano specifici recettori, sia meccanici che chimici. Questi, a loro volta, inducono la fuoriuscita delle nematocisti e l’ingestione delle prede. In questo caso, però, sono ingerite microplastiche.
Il mar Mediterraneo è uno dei mari più ricchi di biodiversità, intesa non solo come abbondanza di organismi, ma anche come distribuzione e interazione tra esseri viventi e le componenti fisiche del territorio. Sebbene esistano tre modi diversi per classificare la biodiversità (genetico, di specie e di ecosistema), solo uno è più facile da studiare: quello ecosistemico. In particolare, si usa la caratterizzazione a livello di habitat. Per questo motivo è essenziale conoscere e mappare gli habitat del mar Mediterraneo. Solo così si può attuare un’adeguata protezione e gestione della biodiversità marina.
Un nuovo studio, condotto grazie alla citizen science, lancia un’allarme per i cavallucci marini italiani. Sono due le specie non abbastanza protette nei nostri mari: Hippocampus hippocampus e Hippocampus guttulatus. I mari italiani sono habitat idonei ad ospitarli, tuttavia, le attività antropiche e in particolare la pesca minacciano i cavallucci marini.